Non solo Musk, Zuckerberg e Bezos. Nella lista dei donatori che hanno finanziato la cerimonia di insediamento di Donald Trump figura anche il nome di John Elkann, sebbene buona parte dei media nostrani, a cominciare ovviamente da quelli controllati dal gruppo Gedi (di cui Elkann è proprietario), si siano guardati bene dal diffondere la notizia nel Belpaese.
Al pari di altri big dell’industria automotive mondiale, come Ford e Hyundai, anche il gruppo Stellantis ha infatti comunicato di aver donato un milione di dollari al fondo dedicato all’inaugurazione di The Donald. Una novità assoluta per il gruppo di cui Elkann è presidente, che mai prima d’ora aveva partecipato finanziariamente alle inaugurazioni presidenziali statunitensi. Stavolta, però, qualcosa sembrerebbe essere cambiato nelle strategie di Stellantis, attualmente alle prese con un trend negativo delle vendite che nel 2024 ha fatto registrare un -15% negli Stati Uniti. John Elkann sa benissimo che il rilancio del mercato statunitense, il più importante per il gruppo a livello globale, passa anche e soprattutto dai buoni rapporti con l’amministrazione americana, ragion per cui, il rampollo di casa Agnelli si è immediatamente messo a lavoro per ritagliarsi anch’egli un posto nell’ambitissima corte di The Donald.
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Prima l’incontro con il nuovo presidente e con diversi alti funzionari della nascente amministrazione Usa per discutere del futuro del settore auto nei giorni che hanno preceduto l’inaugurazione, poi la sostanziosa donazione per la festa di Trump, a cui tuttavia Elkann non ha preso parte (sebbene fosse stato invitato) perché impegnato a Maranello per il primo giorno in Ferrari di Lewis Hamilton. Ad ogni modo, l’assenza giustificata del presidente di Stellantis alla cerimonia inaugurale di Trump non cambia la sostanza delle cose: proprio come Mark Zuckerberg e Jeff Bezos, anche John Elkann, anch’egli evidentemente folgorato sulla via di Washington, parrebbe essersi istantaneamente allineato sulle posizioni del nuovo inquilino della Casa Bianca. Senza se e senza ma. Tutto, pur di piacere e compiacere Donald Trump.
E in tutto ciò Repubblica che fa? Ovviamente tace. E continua ipocritamente ad attaccare Elon Musk.
Salvatore Di Bartolo, 22 gennaio 2024
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