Commenti all'articolo Elogio del lavoro nero

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Tullio Pascoli
Tullio Pascoli
20 Ottobre 2019, 4:04 4:04

Il potere pubblico, da sempre, si caratterizza per la sua incorreggibile incompetenza: gli Italiani lavorano oltre 6 mesi all’anno per mantenere questi incapaci, bravi solo chiacchierare, e quando non si sprecano in discorsi, sanno solo inventare nuove norme, porre nuovi limiti, inventare nuovi ostacoli, imporre altri obblighi alla libera iniziativa che è quella che produce ricchezza. Quanto più complicato produrre, meno il Paese può crescere. Quanto basse sono le tasse, più il potere pubblico riesce ad incassare; ma i nostri politicanti queste cose sembrano non concepirle. Mi pare che sia stato il Premio Nobel per l’economia (insieme a Hayek) Milton Friedman che in una certa occasione ha detto che se si desse da amministrare il deserto Sahara ai politicanti, in cinque anni verrebbe mancare la sabbia… La ricetta per aumentare la torta della ricchezza – grazie al capitale umano – è quella indicata circa un secolo e mezzo fa da Frédéric Bastiat, secondo il quale la maggior parte dei servizi pubblici dovrebbe essere lasciata ai privati; e non solo l’educazione, la sanità, la sicurezza, ma perfino la giustizia dove le parti contendenti possono avvalersi di arbitrati consensualmente indicati; potendo ricorrere alla giustizia privata, le cause durerebbero infinitamente meno ed i rispettivi cost si ridurrebbero drasticamente. Oggi, con la giustizia letargica ed oltremodo, costosa serve solo agli avvocati che ci lucrano… Leggi il resto »

Steffen
Steffen
19 Ottobre 2019, 21:56 21:56

Signor Desiderio, condivido il suo pensiero in tutto, azzeccato e perspicace…peccato che io non faccia parte del governo!

Orlo
Orlo
19 Ottobre 2019, 21:49 21:49

Caro Desiderio,sono molto dispiaciuto della tua deriva reazionaria in difesa dello status quo ,a cui hai deciso di unirti,e il cui scopo,a mio parere,è di renderlo ancor più esclusivo.
Sei un utile strumento,come un Berlusconi in piazza san Giovanni.
Una fetta di salame sugli occhi del popolo illuso di essere entità superiore.
Tutto il nostro welfare si regge sulle tasse e anche colui che guadagna in “nero” esentasse,ne giova.
Il tuo “appello liberale” si infrange dietro una visione anarco-capitalista di cui i cosidetti sovranisti si stanno facendo artefici con la speranza di entrare nel cerchio di coloro che voglio superare il concetto di oligarchia per entrare nel monopolio. E per far questo devono omologare nel pensiero unico(politicamente scorretto)declinato in una visione al ribasso dell’umanità dove la mediocrità assurge a dote.

Raoul Pontalti
Raoul Pontalti
19 Ottobre 2019, 19:53 19:53

Premesso che il mio primitivo comento era una risposta a tal Davide Marchese, qui esprimo sinteticamente il commento all’articolo: delirio da edonista berlusconiano che però nulla ha appreso dal suo guru di riferimento: Silvio infatti era evasore e frodatore fiscale, ma non assumeva in nero e anche le olgettine non figuravano quali dipendenti in nero (bensì quali signorine bisognose di aiuti elargiti in forma di prestiti infruttiferi, alloggi in comodato, etc.) , mentre le maitresses le faceva eleggere nelle istituzioni, dunque a pagamento del contribuente.

Raoul Pontalti
Raoul Pontalti
19 Ottobre 2019, 18:49 18:49

Castrone! Confondi il lavoro nero con l’evasione fiscale, da perfetto bananas leghista. Chi assume lavoratori in nero defrauda i lavoratori (pensione e assicurazione) e anche lo Stato (tasse). L’imprenditore, il professionista o lavoratore autonomo che non emette fattura o scontrino o ricevuta o almeno quietanza frega lo Stato ma anche il cliente che non potrà mai rivalersi in sede civile per prestazioni male eseguite e che addirittura cagionano danni.

Franco Vellecchi
Franco Vellecchi
19 Ottobre 2019, 18:37 18:37

E allora viva l’evasione fiscale viva il lavoro nero viva lo sfruttamento viva i ricchi e abbasso i poveri dementi che per disgrazia sono nati poveri. Viva Berlusconi. Viva la lega. Abbasso gli staccioni che non arrivano a fine mese. Abbasso il reddito di cittadinanza. Mangio io e muori tu. Viva l’Italia.

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