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Elogio della follia (di Berlusconi)

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Se non sbaglio molti anni fa Berlusconi curava una edizione di classici del pensiero che uscivano proprio editi da Silvio Berlusconi. Edizioni bibliografiche bellissime e di valore. Carta e rilegatura di pregio. Cose di altri tempi. Tra questi c’era L’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam. È questo che mi è venuto in mente ieri mentre sui media apparivano gli spezzoni di parole un po’ rubate a Berlusconi su Putin.

Ci vuole in effetti una buona dose di follia oggi per dire di aver ricevuto 20 bottiglie di vodka dal vecchio amico slavo, e ribadire la consolidata amicizia. Come i due possano essere amici mi sfugge, il simile cerca il suo simile e qui di simile c’è solo l’appartenenza alla specie umana. Ma sia come sia, la follia di Berlusconi sta nel fatto di tirare fuori tutto questo, con un bel sorriso stampato, mentre si sta formando un governo che, come ministro della Difesa, (così si vocifera) avrà una persona sposata con una donna ucraina. Solo per fare un esempio.

Berlusconi con quel gesto ha certo dimostrato di non essere un politico, ma qui – perdonate il paragone – non abbiamo a che fare con il caso della ex infermiera, qui c’è il nodo irrisolto di una guerra tra Russia e Stati Uniti i cui costi dobbiamo pagare noi italiani e europei. E sono costi salati.

Berlusconi proprio per la sua vecchia ma non invecchiata amicizia potrebbe svolgere quel ruolo di mediazione che nessuno in Europa è al momento in grado di esercitare. Questo, tra l’altro, sarebbe il suo degno canto del cigno. Ma forse è ormai troppo tardi. E alla fine quello che è successo ieri passerà come un atto di straordinaria follia.

“Dimentica quello che hai detto”, proprio come nella conclusione della Follia di Erasmo.

Paolo Becchi, 19 ottobre 2022