Cronaca

“Era un neonazista”. E gli antifa si scagliano contro la cittadinanza onoraria a Navalny

A Reggio Emilia il gruppo “Montagna Antifascista” ha chiesto il ritiro dell’ordine del giorno del Partito Democratico

Navalny antifascisti-1 © STILLFX e Sora Shimazak tramite Canva.com

Tolta qualche solita eccezione rossa, la comunità internazionale ha puntato il dito contro il regime di Vladimir Putin per la morte di Alexei Navalny. Nemesi del presidente russo, l’attivista è deceduto in carcere in circostanze misteriose ma l’Occidente non sembra nutrire dubbi sul responsabile di questa prematura scomparsa. Ma in Europa, nello specifico in Italia, c’è chi – esattamente come Putin – non apprezzava e continua a non apprezzare Navalny a causa del suo passato fatto di luci e di ombre. A Reggio Emilia gli antifascisti sono scesi in campo per combattere contro la concessione della cittadinanza onoraria al russo.

L’ordine del giorno presentato al consiglio comunale da Paolo Genta, consigliere del Partito Democratico, ha infatti trovato la ferma opposizione dell’associazione Montagna Antifascista, che chiede il ritiro del documento. “Ancora una volta  ci troviamo di fronte alla mistificazione di un nazifascista. Dopo aver letto le mistificazioni dei giornali sugli “angeli di Azov”, e le standing ovation in Canada per Yarolslav Hunka SS Galizia Waffen Grenadier, un’unità militare nazista i cui crimini contro l’umanità durante l’Olocausto sono ben documentati, portato in pompa magna da Zelensky al Parlamento canadese, ci troviamo ancora a dover assistere a una nuova pesantissima mistificazione verso l’ennesimo nazista dichiarato”, si legge nella nota degli anti-Navalny: “Quello che stiamo leggendo in questi giorni sui quotidiani locali sul tema Navalny è un affronto alla città di Reggio Emilia che ricordiamo è medaglia d’oro alla Resistenza, patria dei Fratelli Cervi e territorio martoriato dagli eccidi nazi fascisti. Abbiamo preso atto delle prese di posizioni di esponenti politici che decantano un dichiarato nazista, omofobo, xenofobo come esempio di libertà e democrazia”.

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Dalle parti di Reggio Emilia c’è una certa passione per la Russia – emblematico il “Busto di Lenin” di Cavriago – ma l’opposizione perentoria alla concessione della cittadinanza onoraria – gesto ancora più importante da un punto di vista simbolico dopo la sua morte – era inimmaginabile. Gli antifascisti hanno poi posto l’accento sulle marce del rivale di Putin con i nazisti russi e sulle sue posizioni contro i migranti, definiti “scarafaggi da schiacciare”. O ancora, le sue posizioni su Kiev: “Diceva apertamente che l’Ucraina non aveva diritto di esistere”. Poi l’attacco al Pd: “Chiediamo quindi che l’Odg di Paolo Genta sia ritirato, credendo che tutto questo sia stato preso come un abbaglio. Anche perché il 25 Aprile è vicino e siamo pronti, se il testo non verrà rimosso, a consegnare alle commemorazioni a Reggio Emilia, dove i politici locali fanno sfoggio dei valori della Resistenza, le molteplici foto di Navalny mentre sfoggia il suo braccio teso tra una moltitudine di croci celtiche e svastiche”. Naturalmente nella nota-filippica non c’è mezza parola su Putin e sul suo regime. Sarebbe interessante chiedere a Montagna Antifascista un giudizio sull’operato di Tito o di Stalin, ma probabilmente è meglio non conoscere le risposte.

Massimo Balsamo, 23 febbraio 2024

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