Cultura, tv e spettacoli

Su Fedez aveva ragione Gerry Scotti

Il noto conduttore non aveva risparmiato il rapper: “Questi ragazzi hanno un ego smisurato, c’è tanta ignoranza”

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Disse una volta il politologo Giovanni Sartori, 32 lauree ad honorem, a chi scrive: “Il guaio è che non basta essere un genio in un campo per esserlo in tutti gli altri campi; anzi, di solito chi eccelle nel suo non sa niente del resto”. A me pareva di stare al cospetto di Pico de’ Paperis mentre lui mi mostrava con giusto orgoglio una gigantografia di se stesso a muro, nel suo microloft romano; però il nostro sommo scienziato politico aveva ragione nel mettere il dito sulla piaga della tuttologia, che spesso è tautologia: frasi banali, pleonasmi che si nutrono di pleonasmi, di constatazioni di deprimente fragilità.

Virologi, una casta sanitaria

La faccenda è particolarmente esuberante nella scienza ambientale, tema globale affidato, non si capisce a quale titolo, a cultori amatoriali come Mario Tozzi, con tutti gli sfondoni e la cattiva informazione che ne discendono, oppure a marionette sorosiane, della finanza globale e corsara come Greta Thunberg, divenuta oggetto di culto. Sembrano aspetti marginali, persino ridicoli, ma possono scatenare danni colossali. Un altro aspetto, posteriore all’insegnamento di Sartori, è quello dei per brevità chiamati virologi, la nuova casta sanitaria emersa dalle nebbie pseudoscientifiche e molto affaristiche e ideologiche del Covid: gente che ha fiutato il modo di imporsi sulla ribalta dello sciocchezzaio, guadagnandoci non poco se è vero che si sono tutti affrettati ad assumere agenti, consulenti all’immagine, impresari, curatori social con cui ampliare sia la rete degli ingaggi che la ragnatela degli abboccamenti, dell’intimità con il potere che porta al seggio.

ll prezzo lo hanno pagato i cittadini ed è stato micidiale: un progressivo sbando sul modo di curarsi, poi di immunizzarsi, dosi su dosi dietro precisa assicurazione che le somministrazioni ripetute, follemente, a distanza di poche settimane non avrebbero creato problemi di sorta. Siamo alla strage degli innocenti, dei suggestionati, e adesso si punta a sabotare o addomesticare la commissione d’inchiesta che ne dovrebbe sorgere. Nel frattempo, di menzogna in disinformazione, questi dottor Stranamore si sono tutti votati alla politica di sinistra, tutti, anche, vedrete, la martellante Ilaria Capua appena rimpatriata dalla Florida, et pour cause.

Improvvisati e presuntosi

Grande è la presunzione degli improvvisati, degli approssimativi, di quelli che si sentono in diritto di aprire bocca e regalare perle di onniscienza e di saggezza perché così pare a loro; anche i giornalisti trasformati in opinionari, in influencer? Anche noi, si capisce, ma con una differenza: nell’erogare continuo di verità infuse, è ancora chiara, resta chiara una condizione relativa di fondo: siamo, nel caso migliore, diffusori di conoscenze e di convinzioni e la gente lo sa e non si aspetta niente di diverso, niente di migliore. La gente a noialtri ha fatto il callo. Il commentatore-tipo è uno che tira la volata alla sua parte, al suo politico di riferimento, con licenza di cambiarlo spesso, ma, almeno su questo, i giochi sono chiari: invece divulgatori, imbonitori, Wanne Marchi a vario titolo si ammantano della sacralità della scienza, eventualmente nutrita dalla celebre “università della vita”.

Aveva ragione Gerry Scotti

Gira per i social un commento di Gerry Scotti, risalente ad alcuni mesi fa, che, nel suo piccolo – Jerry, il conduttore, non è mai stato uno che pontifica, non si è mai atteggiato a Padreterno, a sommo sacerdote di chissà quale scienza deificata e nel Pavese contadino, lontano dai riflettori è considerato tuttora uno dei loro – ripete l’assioma sartoriano: “Questi ragazzi hanno un ego enorme. Diventati popolari in pochissimo tempo, Fedez e gli altri sono bravi nel loro campo, come gli sportivi. Peccato che parlino di presente e futuro senza sapere nulla del passato. Sono molto ignoranti”. Questo si chiama parlar chiaro! E anche leggermente profetico: le performance del Fedez si sarebbero esaltate nell’ultimo Sanremo divenendo leggendarie per inconsistenza e volgarità idiota. Uno spettacolo sconcertante in quanto simbolico, emblematico della tendenza generale, anzi globale.

Non studiano, come osserva Scotti, non si applicano, ma, dall’alto di City Life, dei soldi fatti troppo in fretta, della religione “qui e ora” impongono analisi costruite su una consapevolezza impasticciata, al limite del demenziale. Quanto a dire il trionfo del neoliberismo pubblicitario per cui più uno è diffuso, è “condiviso” e più la sua verità è più vera di quella degli altri, misurandosi a follower, che poi sono i figli di una certa estetica i quali scatenano la Nemesi ai funerali dei famosi; ed è una Nemesi cui nessuno può sottrarsi per potente e popolare che sia. Fedez ha mollato il liceo artistico e si è votato alla carriera artistica, gli ha detto bene, buon per lui ma ricordarne il curriculum non è gratuito esercizio snobistico, è fondamentale per capire l’evoluzione della specie. Quando lui ride, da vacuo, non avendo mai sentito nominare Strehler, quando si diverte con battute da terza media all’idea di Emanuela Orlandi che non l’hanno trovata, che “fa la pilota”, tradisce un blocco culturale che diventa atrofizzazione, incapacità a riflettere fuori dal suo che è quello di fare soldi in qualunque modo, qui ed ora.

Ma di penose osservazioni politiche dai suoi parigrado siamo sommersi ogni giorno, ogni minuto e sono tutti hipster o ragazzini con problemi che non capisci se millantati o reali o quanto veri dietro la rappresentazione del disagio; da Ariete a Blanco alla vaccinata redenta Madame, dalle mature Bertè o Giorgia che prima abbondano in sfondoni e poi ammettono: ma sono molto confusa, ho passato un periodo di grande difficoltà, di poca lucidità. Fino al parossismo che suggerisce i nuovi guru in Rosa il Chimico o nella Chiara Ferragni che si selfa con la Segre al museo dell’Olocausto e poi candida ammette: non ne so niente, cercherò di informarmi. Non sai niente dell’Olocausto? Ferragni è una della post politica a passo di bisonte, in autunno ha detto, mentendo, che nelle Marche gli aborti venivano osteggiati, venivano impediti: bassa propaganda ma falsissima, chi scrive nelle Marche ci vive e non si è dato un solo caso di impedimento abortivo. Però la prendono sul serio, agevolati da quelle fabbriche di propaganda e di disinformazione che sono i social.

Oroscopisti del nulla

Imbonitori, cialtroni, sparafucile sono vecchi come l’uomo, ma mai come in questa fase di distruzione non creativa ad ogni livello si ritrovano ascoltati e seguiti. Sono gli oroscopisti del nulla, ma un nulla esteso come l’Universo. Un premio Nobel, il fisico Parisi, spiega come cuocere la pasta senza far bollire l’acqua: è una bestialità militante ma il punto non è la scemenza in sé, è che questo si sia sentito in dovere di pronunciarla. Perché lo fa? Perché è un Nobel? Perché è uno della sinistra fanatica-radicale? Perché stava tra i democratici che a botte di appelli pretendevano di impedire a papa Ratzinger di parlare alla Sapienza? A quale titolo il trombato Pregliasco voleva impedirci di trombare in piena pandemia? Scientifico no, col senno di poi come trombettiere di Majorino: e per un simile risultato, oltretutto mancato, tu ti squalifichi così? Facile, invece, capire cosa c’è dietro la crociata delle Viola e le Capua contro la dieta mediterranea, italiana: c’è l’Agenda 2030, il tabula rasa socioculturale in funzione di “una società neogramsciana”, avvezza a ubbidire, come teorizzato da Speranza e come serenamente ammesso, di recente, da Mario Draghi, non più in fama di supertecnico divinatorio: “I cittadini sono dei nessuno, dei qualunque e subiscono il nostro potere, di noi banchieri, noi finanza: io adesso ne sono uscito, ma le cose stanno così”. Per poco non lo portavano in trionfo, 92 minuti di applausi.

La complessità nel mondo globalizzato è assurta a intrico e il Rasoio di Occam, che riconduce tutto a verità essenziale, semplice, è qualcosa che, oltre un certo limite di confusione specialistica, diventa provvidenziale ma va maneggiato con cura. Mentre si agisce al contrario, con la banalizzazione bugiarda per cui la menzogna nasce dall’approssimazione e viceversa: a Quarta Repubblica Luca Casarini può dire serenamente che la ricetta per evitare i naufragi è “più Ong”. Peccato che l’inchiesta, meticolosa, precisa, di Francesca Ronchin dimostri l’opposto, più Ong, più operazioni di soccorso uguale più sbarchi e più morti. Ma il rigore non paga, meglio il garantismo onirico alla Sansonetti, uno tornato al comunismo duro e puro per legittimare il prossimo direttorato de l’Unità.

Meno sanno, più pontificano

Chi meno sa, più detiene la verità. In fondo la storia della pandemia, che la commissione d’inchiesta dovrebbe chiarire, ma non chiarirà, è già chiarissima: hanno messo un ex assessore al traffico di Potenza a capo della Sanità: col risultato di distruggere, per conto terzi, la coesione sociale residua, la psiche collettiva, la salute comune in funzione di una assuefazione graduale allo stato concentrazionario, autoritario. Sotto l’egida di una scienza che non c’era ma alla lettera indiscutibile. Perfino adesso che il mondo la mette in discussione. Non in Italia, dove il dibattito pubblico è affidato a Fedez e Selvaggia Lucarelli i quali, grottescamente, si rinfacciano accuse di inconsistenza e di vanità. Jerry Scotti ha ragione da vendere.

Max Del Papa, 28 febbraio 2023

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