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Figlia di Meloni, Lucarelli&co s’inventano la “falsa polemica”

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Fermi tutti: è tutta un’invenzione della destra cattiva e spacciatrice di fake news. Sì, dopo le critiche rivolte a Giorgia Meloni per aver portato con sé la figlia al G20 di Bali, ora la sinistra scende in campo per cambiare narrazione: è un’invenzione vittimistica del presidente del Consiglio, che utilizzerebbe il lato familiare per scatenare una polemica politica.

Nella giornata di ieri, sui suoi canali social, è intervenuta la giornalista del Domani, Selvaggia Lucarelli, riprendendo anche un nostro articolo e accusandoci di alimentare “falsità”. Il pezzo, dal titolo Sinistra meschina: se la prende pure con la figlia della Meloni, riportava casi oggettivi (si sottolinei la parola “oggettivi”) in cui la premier veniva apertamente criticata per la scelta. Dalle colonne de La Repubblica fino a quelle de La Stampa, per poi passare alla frecciata dell’ex parlamentare Furio Colombo, ripreso pure da Myrta Merlino per aver strumentalizzato la questione della figlia Ginevra: “Onestamente non darei nessuna colpa né alla Meloni né alla figlia della Meloni o al compagno, teniamo i temi separati: tu ritieni che la politica del governo sia orribile ed è legittimo. Pensiamo entrambi che sugli sbarchi a Catania è stato fatto un disordine inutile mettendo a rischio i rapporti con la Francia. Ma non ci metterei mai dentro i bambini”, ha sentenziato la conduttrice de L’Aria Che Tira.

Ma per Lucarelli and company non c’è nessuna critica. Anzi, “tolti i soliti 4 gatti, chi l’avrebbe crocifissa?”. Peccato, ma sembra che la giornalista si sia limitata ad un’indagine approssimativa: un veloce screenshot del titolo del nostro articolo, per poi essere pubblicato su Twitter, senza soffermarsi pochi minuti e leggerne il contenuto. Dentro ci avrebbe trovato la frase di Assia Neumann Dayan, in un articolo intitolato Se mamma Giorgia va a Bali con Ginevra: “Certo, io se fossi in lei mi farei questi tre giorni a Bali tra adulti, figlia mia scusami ma mamma sta salvando l’Italia, se hai bisogno chiedi a papà, torno presto, lavati i denti”. Oppure le critiche di Claudia De Lillo di Repubblica, che ha scritto: “Perché quindi, in quei quasi quattro giorni che richiedono ogni energia mentale, fisica ed emotiva di un capo di Stato, Giorgia Meloni ha scelto di prendere su di sé il carico – gratificante, inevitabile, pesantissimo – di una figlia al seguito? Non per passare con lei del tempo di qualità che difficilmente è contemplato dal protocollo. Non per mancanza di alternative familiari o professionali deputate al temporaneo accudimento. E allora perché? Probabilmente lei, che ricordiamo «donna, madre e cristiana», ritiene che la vicinanza alla figlia sia prioritaria, perché la presenza materna è un valore non negoziabile, anche quando lo Stato richiede alla propria leader 48 ore di coinvolgimento e attenzione assoluti”.

Non vogliamo trarre conclusioni affrettate (a differenza di chi si reputa competente nel mestiere di giornalista), ma cosa sarebbe successo se un qualunque cronista di destra, per esempio, avesse attaccato con le medesime frasi la prima premier di sinistra della Repubblica? Non credo che il trattamento della Lucarelli sarebbe stato lo stesso. Ma si sa, rimane solo una nostra idea.

La dose, però, è rincarata da un’altra giornalista, Annalisa Cuzzocrea: “Furiosi attacchi da destra contro la sinistra brutta e cattiva che avrebbe attaccato Giorgia Meloni per aver portato con sé la figlia al G20. Solo che non trovo persone di sinistra che l’abbiano attaccata per questo, e ci mancherebbe. Mi sono distratta?”. Con umiltà, rispondiamo alla giornalista de La Stampa: sì, si è distratta, eccome. In modo così netto da non rendersi conto che l’intero panorama politico ha solidarizzato con Giorgia Meloni: dall’ex ministra Mara Carfagna (“Anche io ho portato mia figlia a congressi e appuntamenti politici. Nessuno giudichi le scelte delle madri”) alla capogruppo alla Camera di Azione Raffaella Paita (“Montare un caso per una mamma che sceglie di portare sua figlia in un viaggio di lavoro è semplicemente ridicolo e assurdo”), fino ad arrivare al ministro della Difesa Guido Crosetto. E ancora, è lo stesso Giuseppe Conte a schierarsi a fianco del primo presidente donna: “Su questo episodio sto dalla sua parte, senza se e senza ma”.

Peccato, il giornalismo di sinistra era troppo impegnato ad occuparsi di altre questioni. Si sa, tra il G20, la questione migranti con la Francia, l’incontro tra Xi e Biden, la guerra in Ucraina, in questi ultimi giorni c’è stato molto da fare. Però bastava dedicare cinque minuti a leggere il nostro pezzo: avrebbero capito che noi non abbiamo scritto alcuna “falsità”.

Matteo Milanesi, 18 novembre 2022

Articolo aggiornato alle 15.40

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