Scuola

Finiamola coi presidi che tifano Dad, la scuola deve rimanere aperta

Scuola

di Stefano Cigognani, Direttore Don Bosco Village School  

Come uomini di scienza abbiamo chiesto ai giovani di vaccinarsi e di buon grado e in buona misura lo hanno fatto per poter riprendere a vivere e, forse, anche ad imparare. Come psicologi e psicoterapeuti abbiamo constatato quanti gravi siano i danni psicologici e i vuoti culturali che la pandemia sta procurando e lasciando aperti soprattutto tra i ragazzi. Come statisti abbiamo, purtroppo, dovuto rilevare che al contrario di molte altre nazioni limitrofe alla nostra, solo l’Italia ha raggiunto un numero impressionante di ore in Didattica a Distanza, rimanendo sbalorditi e attoniti davanti all’incapacità di ulteriori scelte politiche.

Ma soprattutto come uomini di scuola abbiamo passato questi primi mesi dell’anno scolastico a raccontarci tra colleghi come la Dad abbia abbassato drammaticamente la soglia di apprendimento e di conoscenza tra gli studenti. Chi insegna nel primo ciclo rileva una forte e diffusa incapacità di serena relazione fra pari e chi accompagna gli allievi all’Università si domanda sgomento quale potrà essere il destino di questi giovani prossimi al diploma.

Ed ora cosa facciamo come Presidi? Prendiamo carta e penna e scriviamo al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Istruzione di procrastinare il rientro a scuola.

Questa posizione e scelta, sono sincero, provoca in me un senso di profondo imbarazzo, che mi porta a dissociarmi pubblicamente da tale azione. E mi domando: non dovremmo forse rivolgere appello e creare occasione di confronto scientifico tra studenti e famiglie per favorire la vaccinazione dei resistenti o quanto meno la comprensione di questa patologia? Non dovremmo  più concretamente chiedere allo Stato di snellire ed efficientare le procedure di gestione di tracciatura dei contagi? Non dovremmo piuttosto preoccuparci di avere in tempo reale dalla struttura Commissariale per l’Emergenza i Dispositivi di Protezione Individuali che la scienza prescrive?  Non dovremmo chiedere come Dirigenti ai colleghi docenti un senso di responsabilità e una presa di servizio nonostante tutto e tutti, proprio perché a noi come educatori e insegnanti non può che stare a cuore il bene dei ragazzi, che sta anzitutto nel poter vivere la loro e non la nostra stagione formativa per eccellenza?

È possibile che nessuna Associazione di Categoria o di Consumatori scriva appelli per evitare gli assembramenti natalizi nei centri commerciali o in montagna e noi custodi e promotori del processo di crescita dei giovani ci vogliamo prestare ancora una volta alla legge della convenienza, dell’opportunità e della comodità  gestionale/organizzativa.

Se è certo che la scuola non rimarrà aperta senza controlli e che in caso di problematicità di contagio si procederà con la Dad, quel che è drammaticamente sotto gli occhi di tutti è che la scuola chiuderà per sempre se chi ha scelto di spendere professionalmente la propria vita per l’insegnamento continuerà a barattare sul futuro delle nuove generazioni, non osando e non insegnando a “respirare profondamente”.

Stefano Cigognani
Direttore Don Bosco Village School

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