Cronaca

“Fuga dal laboratorio”: botta di Trump sulle origini del Covid

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Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI e © WebTechExperts tramite Canva.com

“Covid: la Casa Bianca rilancia la tesi della fuga dal laboratorio”, questo il titolo di un pezzo pubblicato dall’Ansa in cui si riaccende l’infinita polemica sulle misteriose origini del Sars-Cov-2. Un tema che sembra stare ancora molto a cuore a Donald Trump, a nostro avviso comprensibilmente risentito per il ruolo decisivo, quanto inaspettato, che la pandemia giocò nelle presidenziali del 2020, quando poco prima dell’arrivo del Coronavirus era dato per grande favorito.

Tuttavia, come accaduto anche in altri Paesi occidentali, un isterico e spesso immotivato desiderio di protezione, su cui soprattutto i partiti di sinistra hanno a lungo speculato, riuscendo ad alterare sensibilmente il quadro politico del momento, ha posto in secondo piano i tradizionali temi economici sui quali si giocano le stesse presidenziali statunitensi.

In merito alla questione in oggetto, l’Ansa scrive che secondo l’attuale amministrazione americana sostiene “la controversa teoria secondo cui il Covid-19 (in realtà il Sars-Cov-2, in quanto il Covid-19 designa la malattia da quest’ultimo provocata) sarebbe fuoriuscito da un laboratorio cinese, pubblicando la nuova versione di un sito – Covid.gov – che la presenta come la “vera origine” della pandemia.”

Inoltre nell’articolo viene spiegato che tale sito, “precedentemente incentrato sulla promozione di informazioni su vaccini e test, attualmente mostra un’immagine a figura intera di Donald Trump e critica le politiche anti-pandemia attuate dall’ex presidente Joe Biden.” Ma non basta, Covid.gov non risparmia pesanti critiche ad Anthony Fauci – il gran sacerdote delle restrizioni imposte a macchia di leopardo negli States – definendolo “ex zar del Covid di Biden e mettendolo sotto accusa proprio per aver avvalorato “la narrazione secondo cui il Covid-19 avrebbe avuto origine naturale.”

Sempre su Covid.gov, nel quale si sostiene che vi sono almeno 5 elementi che comproverebbero la fuga dal laboratorio, si evidenzia che Wuhan, il sito del primo caso noto di coronavirus, ospita anche il “principale laboratorio di ricerca sulla Sars” della Cina, il quale avrebbe una storia di ricerche condotte con “livelli di biosicurezza inadeguati”. Pertanto, si conclude, che “secondo quasi tutti i parametri scientifici, se ci fossero state prove di un’origine naturale, sarebbero già emerse. Ma non è successo”.

Ora, sebbene la tesi della fuga dal laboratorio, in passato bollata come teoria complottista, abbia recentemente guadagnato molti consensi negli Stati Uniti, trovando appoggi autorevoli in alcune importanti agenzie, tra cui l’Fbi, la Cia, la quale ha recentemente cambiato radicalmente la sua posizione ufficiale, e il Dipartimento dell’Energia, il dibattito rimane ancora irrisolto, così come sottolinea l’articolista dell’Ansa.

Ma non è il solo dibattito irrisolto, ahinoi. Al di là della fuga o meno dal laboratorio cinese, resta ancora da chiarire un altro aspetto ancora più dirimente e politicamente imbarazzante per molti, così come alcuni studiosi, bollati a suo tempo come eretici, si sono sforzati di dimostrare sin dagli albori di questa oscura vicenda sanitaria. Mi riferisco alla gravità di una malattia sulla cui base molti governi occidentali, l’Italia di Conte, Speranza e Draghi su tutti, hanno devastato le libertà democratiche dei propri cittadini, paralizzando per anni la vita economica e sociale delle loro nazioni.

Una malattia che sin dai primi report ufficiali si dimostrava assai grave per una ristretta fascia di persone fragile, mentre per tutti gli altri, i cosiddetti immunocompetenti, non ha mai rappresentato un problema più serio di una influenza stagionale se non di un banale raffreddore. Ma questo è tutto un altro paio di maniche.

Claudio Romiti, 21 aprile 2025

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