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Giggino odia la libertà, anche quella dei suoi parlamentari

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L’articolo 67 della Costituzione afferma: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Secondo l’attuale ministro degli Esteri questo articolo andrebbe capovolto e il “senza vincolo di mandato” dovrebbe diventare “con vincolo di mandato”. Se il capovolgimento ci dovesse essere si verificherebbe né più né meno che la fine della democrazia liberale perché il Parlamento sarebbe trasformato in una caserma. Infatti, se l’eletto al Parlamento è “senza vincolo di mandato”, allora, è un deputato; se, invece, è “con vincolo di mandato” è o un emissario o un soldato. Luigi Di Maio, come tutto il M5s, ha queste idee illiberali e totalitarie e mira a distruggere la democrazia rappresentativa. Il Pd è dello stesso avviso?

Il sofisma usato dai grillini per giustificare la militarizzazione del Parlamento è quello populista e funziona così: è necessario passare dal “senza” al “con vincolo di mandato” perché i deputati rappresentano il popolo e, quindi, se il popolo li elegge in un partito non possono passare in un altro partito. Si tratta di una emerita sciocchezza perché il deputato rappresenta il popolo solo e soltanto se è libero e la sua funzione consiste proprio nella difesa della libertà dagli abusi di potere che possono venire, di volta in volta, dal governo, dalla magistratura, dai partiti e dallo stesso Parlamento. Il M5s puntando il dito contro il Parlamento che si fonda sull’articolo 67 della Costituzione punta il dito né più né meno contro la libertà. Il Pd è dello stesso avviso?

Il M5S ha escogitato un modo palesemente anticostituzionale per cancellare la libertà dei suoi deputati: il candidato firma un contratto e se dovesse cambiare gruppo parlamentare pagherebbe una multa di 100 mila euro. È un contratto che non ha alcun valore perché non esiste la materia o l’elemento da contrattualizzare giacché la libertà parlamentare non è nella disponibilità di alcun contratto. Purtroppo, anche il Pd ha ipotizzato (nelle vicende elettorali della regione Umbria) una sorta di contratto con relativa multa per annullare la libertà. Purtroppo, le forze politiche italiane hanno paura della libertà ma una democrazia senza libertà si chiama dittatura.

La posizione del M5s è dichiaratamente illiberale e totalitaria. Il Pd è ambiguo e c’è poco da fidarsi. Gli altri partiti? Il partito di Renzi, nato proprio in Parlamento nei modi che sappiamo, non credo proprio che si voglia bere il cervello e avallare una tale sconcezza. Forza Italia spero che abbia in sé ancora un’anima liberale. La Lega pur avendo pagato il prezzo della libertà parlamentare con la nascita del governo Conte 2 dovrebbe capire che la via da seguire non è la cancellazione del Parlamento ma la nascita della democrazia governante. Quanto al partito di Giorgia Meloni, che fa dell’anti-trasformismo una bandiera, non conviene accodarsi alla demagogia grillina perché una cosa è essere anti-trasformisti per virtù e altra cosa esserlo per disciplina militare.

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