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Giuseppi, un uomo chiamato protocollo - Seconda parte

Cavilli, codicilli, burocrazia. Il modus operandi da azzeccagarbugli del premier

Non si lavora, non si produce, non si crea ricchezza, non si guadagna, non si spende, di conseguenza bisogna aumentare le tasse, perché, piaccia o non piaccia, funziona così, la salute economica la crea chi lavora, chi intraprende, non la burocrazia dei ministeri? E va beh, che sarà mai, l’ha detto anche Bergoglio, e basta un po’ con questa dannatissima logica del profitto. Sai quanto è più bella una società cubana, niente a tutti, favelas, torce inzuppate d’olio, a dormire al tramonto, alzarsi all’alba, “colazione dentro al cesto”, come cantava Battisti ne La canzone della terra, tutto il dì a vangare come bestie, la sera una bottarella alla legittima compagna, “donna mia devi ascoltare” e il dì seguente si ricomincia, così per tutta la vita.

Sai che libidine, la società preindustriale, precapitalista, presociale, pre-Greta. “Giuseppi! Oggi a pranzo, pasta o riso?”. “Così sui due piedi non saprei dire, ci vuole il protocollo”.

Max Del Papa, 5 maggio 2020

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