Green pass e quarantena, Meloni ‘cestina’ Speranza: come cambiano le regole

Il governo elimina il green pass per accedere alle strutture sanitarie, insieme al tampone obbligatorio dopo 5 giorni di quarantena

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Prosegue l’obiettivo del governo Meloni di eliminare le misure restrittive, che hanno accompagnato l’Italia in questo triennio pandemico. All’interno del decreto anti-rave, infatti, sono state apposte importanti novità, fra tutte l’eliminazione del tampone obbligatorio dopo i 5 giorni di quarantena, insieme all’abolizione del Green Pass per accedere alle strutture sanitarie. Un cambio di rotta radicale, rispetto all’ultra-prudenza di Roberto Speranza, e che risponde alla volontà del neoministro Schillaci (dichiarata al momento della formazione del governo) di voler cambiare le regole di isolamento dei positivi.

Green Pass abolito

Il primo firmatario della norma, il senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, già presidente della commissione Sanità, ha annunciato quindi l’abrogazione della disposizione “che prevede il green pass per le uscite temporanee delle persone ospitate presso strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e no, strutture residenziali socioassistenziali”. A ciò, viene meno “l’obbligo di sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare per l’accesso alle prestazioni di pronto soccorso”.

Per approfondire:

Un’importante novità, che manda definitivamente in soffitta la famigerata funzione del lasciapassare verde di “ritrovarsi tra persone non contagiose”, come invece affermò l’ex presidente Draghi, al momento dell’istituzione del Green Pass nel luglio dello scorso anno. Una novità che, per di più, fa festeggiare il firmatario Zaffini: “Si tratta di provvedimenti che mantengono gli impegni assunti in campagna elettorale e che finalmente ci fanno uscire del tutto dal regime di restrizioni, ripristinando nuove libertà per i cittadini”. Il tutto all’insegna della serietà e della coerenza, “seppur senza abbassare la guardia”.

“Disarmare il Leviatano”

Eppure, gli interventi volti ad abbattere, una volta per tutte, il regime sanitario pandemico non dovrebbero terminare qui. Ancora sul lato della certificazione verde, per esempio, il giornalista Alessandro Rico, sulle colonne de La Verità, ha fatto notare come lo scorso governo abbia prolungato la possibilità di esercitare il mezzo fino al 2025: “Il green pass, magari, non sarà più richiesto in alcun luogo, ma in fondina, il potere conserva una pistola carica. Rimettere il colpo in canna può essere questione di una crisi politica, di un cambio di esecutivo, di un’emergenza vera o costruita. È ora di fare il salto di qualità: distruggere l’arsenale. Disarmare il Leviatano”, conclude Rico.

Una logica che rappresenta il filo conduttore, sotto il profilo sanitario, dell’azione di Giorgia Meloni, che fin dall’inizio del conferimento dell’incarico ha promesso di “seguire le evidenze scientifiche”. In quest’ottica, un altro step decisivo sarebbe l’eliminazione definitiva (e non la semplice sospensione) della multa di 100 euro contro i soggetti non vaccinati. Ad oggi, inspiegabilmente, il centrodestra ha proceduto alla semplice proroga della sanzione a giugno 2023. Ma anche in questo caso, riprendendo il ragionamento di Rico, il potere rischia di conservare “una pistola carica”. E un’eventuale caduta dell’esecutivo, ora in carica, metterebbe i giochi in discussione.

Matteo Milanesi, 14 dicembre 2022

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