Politiche green

Gretinata di Capodanno: Gucci perdona gli ecovandali

La casa di moda sceglie di non pulire l’albero di Natale in Galleria a Milano: “Sia spunto di riflessione collettiva”

Albero Gucci Milano

Spiace dover sempre rimarcare d’averci visto lungo, ma cosa dicevamo noi dei teppistelli climatici, che tanto teppistelli non sono poi? Che si stavano avviando al salto di qualità, da teppisti a terroristi. È un anno che lo diciamo, il 2023 è stato un calendario stagnante, di palude mefitica: si è aperto e si è chiuso con le stesse costanti, da Chiara Ferragni a Ultima Generazione. I quali chiudono in bellezza aggredendo a spray e vernici l’albero di Natale, invero orrendo, di Gucci in Galleria a Milano.

E spiace sì, doversi ricordare d’avere avuto ragione, ma cosa scrivevamo, praticamente unici, su questa stessa testata, in larga visione d’anticipo? Che non solo non si sarebbero calmati, ma avrebbero tracimato. Difatti, il solo, breve periodo natalizio ha fatto registrare i consueti vandalismi dalle Alpi a Capo Passero (anche se, in effetti, in terre del Sud ci provano poco: da quelle parti, la risolvono ancora in modo più pratico, a volte tribale), con epicentro nel Canal Grande di Venezia, tinto di verde; ma, più di questo, bloccando, paralizzando, impedendo le funzioni religiose, le Messe cattoliche e cristiane a macchia di leopardo, coi pretesti più cialtroni: una volta per “la terra”, un’altra contro il Capitale, poi non poteva mancare la denuncia del consumismo. I climaterroristi interrompono le Messe cristiane: già basterebbe, ma non basta: perché dei ministri cattolici, non uno si è azzardato a rintuzzarli, magari cacciandoli a pedate: più don Ferrari che don Camillo, questi preti e vescovi felloni, e difatti, vedi un po’, i balordoni ad ogni impresa filmata e spiattellata su X, chi ti taggano? Ma Casarini, what else?

Guggi ha “scelto di non intervenire e utilizzare l’incidente come spunto di riflessione collettiva”. In una nota ha scritto: “Da anni attiva nella promozione di un dialogo costruttivo, Gucci conferma così il proprio impegno a sensibilizzare la comunità attorno a questi temi, pur sottolineando che la responsabilità condivisa non dovrebbe mai tradursi in atti violenti o vandalici”

Tout se tient, e a tener tutto insieme sta l’incredibile clero blasfemo dei Bergoglio e degli Zuppi. Singolarmente, ma non troppo, anche la stessa vittima in questo caso si è comportata allo stesso modo: con una comprensione al limite, e forse oltre il limite, dell’ambiguo. Gucci, infatti, ha rinunciato a ripulire il suo (orrendo) albero di non Natale con la scusa di voler offrire “uno spunto di riflessione”. Cialtronata somma, scherzo da prete: in realtà, la Maison intende approfittare del ritorno d’immagine, sia per motivi direttamente commerciali, sia legandosi a all’infame capitalismo woke raccontato da Carl Rhodes (di cui su questo sito trovate una recensione): griffe, aziende che non credono minimamente alle istanze sbandierate da lobby e gruppi di pressione, ma si adeguano, ci si infilano e finiscono per orchestrare la danza. Tanto, a pentirsi (come han fatto Disney, Bud e sempre più marchi), c’è sempre tempo.

Gucci non intende proporre alcuno spunto di riflessione, casomai il contrario: non riflettere, bersi acriticamente la propaganda di questi agitatori, ovviamente pagati, organizzati e addestrati. Se davvero volesse proporre un ragionamento, la Gucci di turno denuncerebbe il colossale infingimento che si nasconde dietro questi sabotaggi per ora ancora a prato basso, ma con irresistibile spinta ad alzare il livello. Perché si da il caso che il blocco del traffico o delle funzioni religiose obbedisca a un preciso disegno, che poi è sempre il solito, di sabotaggio, di autosabotaggio dell’Occidente in sé, con le sue tradizioni, i suoi retaggi religiosi e sociali, il suo inestimabile immenso patrimonio artistico, la sua cultura imparagonabile, il suo ricchissimo, sofisticato percorso nel solco delle scienze politiche. “Attivisti climatici” contro la proprietà, contro il capitalismo, contro il cristianesimo, per Hamas (sic!), contro l’individuo: più chiaro di così. La stessa cosa del presepe “allargato” di +Europa, e difatti anche i finanziatori sono i medesimi. Questa sarebbe la riflessione da suggerire, ma può permetterselo una multinazionale del capitalsimo woke?

Di fatto, nel suo cinismo, Gucci e tutti quelli che si comportano allo stesso modo, finiscono per avallare una operazione che va al di là del singolo, relativamente piccolo sabotaggio per assumere i contorni di un organizzato terrorismo culturale. Per ora, ma – ecco un’altra previsione da verificare nel 2024 – con licenza di evoluzione. Perché una cosa è certa, fino a che questi nuovi sovversivi non verranno bloccati, con le maniere forti, non c’è ragione per cui smettano di salire di tono: arginarli, blandirli come fa il ministro Pichetto Fratin, come fanno praticamente tutti i sindaci di tutte le città colpite, serve a niente, serve solo a rinforzarli nel loro delirio di onnipotenza. Denunciarli, poi, serve solo a farli ridere: purtroppo, anche in questo caso la destra al governo si conferma molle, distratta, terrorizzata all’idea di dispiacere alla sinistra che questi personaggi li coltiva, li forma, li sostiene.

Succede coi vandali climatici e con quelli marinareschi che organizzano le tratte dei migranti. Siamo anche l’unico popolo a dimostrare una incredibile tolleranza (in altri Paesi, dagli USA all’Europa, sempre più sono i casi in cui volano mazzate, proprio in reazione alla volonterosa impotenza dello Stato). Poi, quando ci scapperà la vittima, e ci scapperà, allora tutti a stracciarsi le vesti, a rotolarsi in terra. È una delle allucinazioni di questa ignobile ideologia gender-clima-woke: farsi devastare in allegria, pensando che ce lo meritiamo e comunque prima o poi si stuferanno. La storia, anche recente, non insegna niente e noi paghiamo ogni giorno il prezzo dello sfascio, in tutti i sensi. Perché lo paga il contribuente, mica questi vigliacchi.

Gente capace di rivendicare le proprie sgangherate gesta contro la proprietà privata, ma che non esita, sempre via social, a denunciare “lo Stato in combutta con le multinazionali” se una azienda energetica mette, a loro dire, in pericolo l’abitazione di qualche militante: allora la proprietà privata ritorna sacra, in ossequio all’eterna morale comunista: abolire tutto di tutti, ma a cominciare dagli altri.

Siccome non c’è ragione razionale per aspettarsi un giro di vite, proponiamo di reagire ai soprusi che verranno da questi violentissimi sedicenti pacifisti con le loro stesse armi: portatevi sempre in tasca una bomboletta di panna montata, che non ha connotazioni politiche ed è pure gustosa: quando, e prima o dopo vi succede, vi imbatterete in un blocco stradale o della circolazione o della funzione o di quello che sia, prendete il primo pirla che vi capita a tiro e riempitelo di panna. Se protesta, mi impegno io a portare la faccenda in tribunale. Se abbozza, match pari (e magari non ci riprova più).

Max Del Papa, 30 dicembre 2023

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