Gruber, Giordano, la Covid-tv: chi vince e chi perde sul piccolo schermo

Zapping esistenziale ai tempi della covid

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Vax Populi

Ho capito: neanche quest’anno mi faranno sciare a Verbier e che piano piano, oltre ai vaccini, iniziano ad inoculare in noi che il green pass diventerà un oggetto hi-tech da esibire con la mela o all’ultimo design o sfoggiato su cappotti e sciarpe trend. In televisione e sui giornali insistono: chi fa il vaccino sicuramente, nel 90% dei casi non finisce in ospedale e la percentuale di morte è quella di un raffreddore. Mi faccio una domanda: perché non parlano mai di chi il Covid l’ha preso lo stesso, pur vaccinato?

La descrivono come una banale influenza, ma se così fosse non ci sarebbe questo allarmismo da vaccino. E poi il long covid, le conseguenze causate dal covid. Perché nessuno ne scrive mai? Cosa succede a chi fa il covid sul divano? Forse potrebbe risponderci Burioni che è sempre accovacciato sul divano di Fazio.

CovidTV

Stupisce che non sia ancora nata una televisione da palinsesto total covid: un blob con tutti gli aggiornamenti, rubriche scientifiche, di ricette, di moda si vax no vax, cosa è più trend, interviste esclusive su quando i virologi hanno visto l’ultima volta i loro reparti. Una tv satellitare o in streaming con, la sera, “Chi ha visto Speranza?”, “Mi manda Bassetti”, “ Il Grande Fratello vip contagiati”, “Ballando con gli spillover”. La notte “Il virologo seduce l’infermiera”, “La notte dei respiratori viventi”.

NoVax

Continuano le manifestazioni, se la prendono addirittura con Selvaggia Lucarelli, ma sono tanti quelli che si domandano: siamo in una dittatura sanitaria? Meglio tardi che mai. E la tessera sanitaria? E le ricette elettroniche? E vuole scaricare le medicine dal 740”? Se mi succedesse qualcosa ho più fiducia in un esattore del Fisco che di un medico.

Alberto Angela pro vax

Ha già i promo non potrebbe fare una puntata speciale? Ci potrebbe raccontare le inutili paure dei no vax e dei complottisti: la terra è piatta? Fino a che non muori non lo saprai mai davvero? Con il vaccino ti inoculano il 5G? Con un documentario Angela potrebbe spiegare che il 5 g non lo inoculano: siamo noi che lo cerchiamo con il desiderio di nuovi smartphone? C’è un satellite nel vaccino? Perché adesso che state leggendo non sapete che, grazie alle applicazioni social, esiste il tracciamento?

Gomorra 5° serie

La dimostrazione che i vaccini non fanno male sono i nuovi episodi di Gomorra che ci portano tra le ombre di una Napoli che non esiste più se non per esigenze di copione e fatturato. Scampia, le Vele, i clan, Napoli avvelenata si è trasmessa a chi ancora lo guarda. La realtà è cambiata: dovrebbero girare a Milano o a Rozzano o tra i boschi verticali per trovare ciò che vorrebbero raccontare.

ControCorrente

Il titolo è impegnativo – una rubrica di Montanelli- ma come avevamo scritto due anni fa quando nessuno se n’era accorto Veronica Gentili è il futuro della televisione: preparata e anche quando non lo è lo è riesce ad essere l’unica gladiatrice televisiva a muovere le truppe di ospiti a proprio piacimento. SE sarà capace di non cedere alle lusinghe dei lustri tanti lustri.

Mattino5

Sbaraglia la concorrenza – Agorà su RaiTre dimentica di essere l’etimo di piazza e su “La7” già alle 7 bisogna essere preparati e pronti tutti la giornata per poter comprendere. Grazie a Francesco Vecchi: educazione rara in un giornalista di piglio: veloce, scaltro ma non cattivo, un esempio per la nuova tv che sa non angosciare e sembra cullarci nel suo sì andrà tutto bene ma senza prenderci in giro. Un sole al mattino.

“Fuori dal coro”

Mario Giordano è un genio. Sin dai tempi del primo “Studio Aperto” e di “Lucignolo”. IL primo a coniugare veramente infotainment: notizie e intrattenimento. Guardate la sua battaglia sulle case occupate: ora sembra che l’abbiano scoperto gli altri.

Capezzone

Meriterebbe un canale a parte: è il lato oscuro della Forza di Cecchi Paone. Riesce anche lui a essere ovunque, abilissimo nel dimostrare la Verità non con la propria ma con le baggianate degli altri. Appoltronato, forse solo un pochino tronfio (ma sarà stanco di sentire i soliti discorsi) è il velluto della destra: radical mind, elegante come Bertinotti, onnipresente ma ogni volta ce lo si dimentica e ce lo si ricorda dopo che gli si da ragione. “Capezzone Tv” al posto della “Signora in giallo” all’ora di pranzo.

La versione di Fiorella

Forse l’unica possibile prova che i vaccini fanno male. La cantante della sinistra che non ha mai scritto una riga è un’ottima interprete di capolavori ma se davvero lo fosse dopo piangerebbe. E invece è un via vai di ospiti, saluti, abbracci, Gad Lerner, Rai Tv, Bandiera Rossa, Almanaccco del giorno sempre uguale. Persino Mannucci che arriva dopo con Tg3 notte è un sollievo.

Ottoemezzo

Lilli Gruber è inossidabile: la sua maestosità sullo sgabello avrebbe dovuto battere tutti (dalla Parietti a Paola Ferrari) ma a suo svantaggio ha gli ospiti che se uno non si presenta ti preoccupi a casa: dovè Paolo Mieli? Dov’è Travaglio? Dov’è Scanzi? Forse dovrebbe cambiare lato della sedia oppure vivere in libertà come nei suoi libri di ricordi da “frau” Heidi. Meno male che c’è sempre alla fine “Il punto” di Paolo Pagliaro: che dopo questo “Muppet Show” ti ricorda che esiste anche la realtà.

In onda

Dopo una stagione estiva di prove Concita De Gregorio (anche lei dopo Saviano e Rampini in odore di cambio da “la Repubblica” a “Il Corriere”) ogni weekend li seguiamo paciosi, in relax, con ospiti compiti, toni compiti, fogli che non volano. Mai una polemica, qualche stilettata della De Gregorio. Un programma che non ha una pecca, non fa una grinza: un presepe vivente con tutti assopiti insieme al pastorello addormentato.

L’Aria che tira

Dopo la sorpresa degli scorsi anni un’edizione placebo stanca, con una conduttrice che sembra aver perso lo smalto di un tempo, l’entusiasmo. Ora è attovagliata, tra i videowall di skype, tra servizi sempre ottimi ma di cronaca che arriva tardi. C’è parola per tutti: troppo buonismo.

Propoganda live

L’unico programma ad avere il merito e il coraggio di trasmettere dalle terre occupate palestinesi, con kefiah, bambini, magliette, fantasma di Arafat e nel secondo tempo di diventare il modello Israele. Tutto d’antan, come le musicassette con lato a e b, Zoro cresciuto a Guzzanti, Luttazzi e Roma nord e con unico imperativo: “Visto, si stampi. Perché vedere is the new leggere” che è anche il titolo di un Premio giornalistico che ha vinto nel 2018.

Zoro è così: capace di fare una lastra che non diventa mai ecografia dell’anima. Niente sincerità. Di quelli che se li trovassi in Afghanistan sarebbe dei talebani. Essendo nati qui sono i giustizieri catodici del political correct, l’ambiente, la pace, il fascismo. Se fossero stati negli anni ’60 sarebbero stati rivoluzionari, ma siamo qui e va bene una Vespa una t-shirt e la sinistra intelligente. Perché la destra è il male, la destra è tutto ciò che non sono, la destra è una pandemia. Spesso ci si chiede: ma se la destra non ci fosse più cosa farebbero?

Gian Paolo Serino, 24 novembre 2021

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