E’ una mano tesa, pronta ad aiutare chi ha commesso un reato e sta scontando il proprio debito con la giustizia, a reinserirsi nella società. E’ “Mi riscatto per il futuro”, il protocollo di intesa tra le Ferrovie dello Stato Italiane e il Ministero della Giustizia tramite il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria volto a restituire ai detenuti una prospettiva professionale e quindi di vita. Il programma, siglato nel luglio del 2022 e basato su percorsi volti a favorire il reinserimento sociale di chi è stato in carcere, ha appena trovato applicazione vicino a Milano. Per la precisione alla Casa di Reclusione di Opera, che ha visto Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia (rispettivamente capofila dei Poli Infrastrutture e Passeggeri del Gruppo FS Italiane) assumere cinque detenuti a tempo determinato per sei mesi.
Ferraris: “Mi riscatto per il futuro sarà presto in tutto il Paese”
“Diamo concreta attuazione a un impegno, che è anzitutto sociale, siglato lo scorso anno, con l’auspicio di estendere tale iniziativa a un numero sempre maggiore di penitenziari”, ha detto l’amministratore delegato Luigi Ferraris. Il top manager ha ringraziato le istituzioni per aver “contribuito alla diffusione di una cultura della responsabilità, presupposto fondamentale per sostenere quei cambiamenti necessari allo sviluppo del sistema Paese e di cui il Gruppo FS si rende portatore”. Quello di Opera rappresenta insomma solo il primo passo delle Ferrovie per aiutare a riscattarsi chi ha infranto la legge, tanto che Ferraris vuole replicare il modello di intervento nel resto del territorio nazionale. Un impegno che rappresenta un forte messaggio di responsabilità e speranza anche nei confronti delle aree più difficili per criminalità e degrado. Tanto che il progetto “Mi riscatto per il futuro” è già valso al Gruppo FS il premio Robert F. Kennedy Human Rights Italia 2023, che ogni anno viene conferito a quanti si sono distinti nella difesa dei diritti umani, perpetuando l’esempio del senatore statunitense.
Al lavoro anche per aiutare i più fragili
I primi cinque detenuti provenienti dal carcere di Opera, dopo essere stati selezionati con la supervisione della magistratura e aver completato uno specifico percorso di formazione, lavorano ora nelle stazioni e degli uffici del Gruppo Fs. Tre di loro hanno trovato impiego in Rete Ferroviaria Italiana e vedono tra i propri compiti, con un ulteriore messaggio dall’alto valore sociale, anche quello di assistere i viaggiatori con ridotta mobilità, oltre che di supporto del referente di stazione e dello staff di formazione della scuola professionale; gli altri due detenuti sono invece in Trenitalia come addetti alla segreteria tecnica di impianto.
Ostellari: “Così anche le comunità sono più sicure”
“Le nostre carceri accolgono e custodiscono donne e uomini privati della libertà, ma non della loro dignità. Il compito principale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è collaborare al loro pieno recupero e al successivo reinserimento”, ha ricordato il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Ostellari rimarcando il ruolo svolto dalle imprese nell’ambito di Mi riscatto per il futuro. I dati, peraltro, sono inequivocabili: il lavoro non è un premio, ma “lo strumento più utile per abbattere la recidiva e recuperare i condannati. Promuoverlo significa investire nella sicurezza delle nostre Comunità”, ha proseguito Ostellari. Parimenti soddisfatto il Capo del DAP, Giovanni Russo che ha sottolineato come proprio il fatto che il Gruppo Fs opera e si estende su tutto il territorio nazionale, lo rende “potenzialmente in grado di interessare e coinvolgere tutti i 190 istituti penitenziari della Penisola in opportunità di rieducazione e reinserimento della popolazione detenuta”.
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