Esteri

Il gabinetto di Israele approva l’accordo con Hamas: “Se fallisce, riprende la guerra”

In Qatar siglata la tregua per la Striscia di Gaza. Il governo israeliano si riunisce per approvare formalmente il patto con Hamas. Poi via alla liberazione degli ostaggi

Live Aggiornato
Benjamin Netanyahu
2025-01-17T15:22:19+01:00

Il presidente israeliano

Isaac Herzog, presidente israeliano, in merito alla decisione del gabinetto di sicurezza ha detto: “Questo è un passo fondamentale nel percorso per sostenere l’impegno fondamentale che una nazione ha nei confronti dei suoi cittadini”. Il presidente è convinto che l’accordo vivrà “momenti dolorosi e strazianti”, ma si aspetta che il governo ora lo approvi definitivamente.

2025-01-17T14:00:00+01:00

Il gabinetto di sicurezza approva l'accordo

«Dopo aver esaminato tutti gli aspetti politici, di sicurezza e umanitari, e comprendendo che l’accordo proposto sostiene il raggiungimento degli obiettivi della guerra, la Commissione dei Ministri per gli Affari di Sicurezza Nazionale (Gabinetto politico) ha raccomandato al governo di approvare il piano proposto. Il governo si riunirà più tardi oggi».

La nota diffusa dal gabinetto di sicurezza israliano sull’accordo per una tregua tra Israele e Hamas.

2025-01-17T11:00:00+01:00

"Netanyahu resterà premier"

«Amo il primo ministro Benyamin Netanyahu e mi assicurerò che continui ad essere premier, ma me ne andrò perché l’accordo firmato è disastroso». Lo ha scritto su X il ministro di ultradestra israeliano Itamar Ben Gvir che ieri sera aveva minacciato le dimissioni.

2025-01-17T09:28:17+01:00

La firma nella notte

L’accordo a Doha tra Israele e Hamas è stato ufficialmente firmato. Dopo l’annuncio di Donald Trump, e a seguito di negoziati prolungati e complessi, i rappresentanti di Israele, Stati Uniti, Qatar e Hamas hanno apposto la loro firma su un documento che stabilisce il rilascio degli ostaggi, un punto cardine che ha tenuto con il fiato sospeso la comunità internazionale per lungo tempo.

Il cammino che ha portato a questo accordo è stato tutt’altro che semplice. In particolare, il dibattito sull’elenco dei detenuti palestinesi da liberare ha innescato tensioni fino agli ultimi momenti della trattativa. Hamas ha cercato di inserire nella lista alcuni capi militari di alto rango, precedentemente esclusi da Israele a causa delle loro condanne per atti terroristici, una mossa che ha portato a un impasse risolto solo dopo intense discussioni a Doha, con il coinvolgimento diretto di negoziatori statunitensi ed egiziani.

La conferma dell’accordo è arrivata direttamente dall’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha evidenziato l’importanza dell’obiettivo di Israele di garantire il ritorno sicuro di tutti gli ostaggi. In seguito alla firma, Netanyahu ha immediatamente convocato una sessione del gabinetto di sicurezza per ratificare formalmente l’accordo. Questo passo è stato compiuto in risposta alla specifica richiesta del ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che ha sottolineato la necessità di mantenere una linea dura nei confronti di Hamas anche dopo la prima fase dell’accordo, assicurando il controllo sulla distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza.

L’accordo ha trovato ampio consenso, ma all’interno del panorama politico israeliano si è registrata anche una notevole resistenza. Personalità di spicco dell’estrema destra, come Itamar Ben Gvir del partito Otzma Yehudit, hanno minacciato di ritirare il loro sostegno al governo in caso di ratifica dell’accordo. Tale dissenso interno evidenzia la complessità delle dinamiche politiche in Israele, mostrando come il percorso verso la pace sia costellato da difficoltà.

Il ruolo degli Stati Uniti nelle trattative è stato decisivo, con Brett McGurk, consigliere principale del presidente Biden per il Medio Oriente, che ha partecipato attivamente ai negoziati.

2025-01-17T09:28:13+01:00

La guerra riprenderà dopo la prima fase

Le richieste di Bezalel Smotrich erano chiare: Israele deve continui la guerra contro Hamas a Gaza una volta conclusa la prima fase dell’accordo. A quanto pare le condizioni sono state accolte e per questo Israele è arrivata alla firma ufficiale dell’accordo. Tel Aviv dovrà avere anche il controllo sulla distribuzione degli aiuti umanitari.

A quanto si apprende dai media israeliani, il partito di Smotrich (Sionismo Religioso) voterà contro l’accordo ma non lascerà il governo.

Diversa invece la posizione di Itamar Ben Gvir, leader di Otzma Yehudit, che abbandonerà il governo se l’accordo verrà approvato.