Chiesa

Bisistina

I cardinali di Bergoglio sono disorientati

La Chiesa “aperta” sognata da Papa Francesco fatica a emergere nel pre-Conclave. Un caso gli opuscoli poco utili diffusi dal Vaticano

Immagine generata da AI tramite Qwen3

I cardinali scelti da Bergoglio appaiono piuttosto disorientati: non si conoscono tra loro, e tra intemperanze, mezze verità e tentativi di manipolazione, sono abbastanza spaventati da ciò che sentono e apprendono nelle Congregazioni Generali. Frastornati dal clamore e tirati per la tonaca da più parti, si stanno orientando verso l’“usato sicuro”, verso quella vecchia e rassicurante Chiesa cattolica che per dodici anni ha tenuto la barra dritta e non si è lamentata nemmeno davanti a fatti assai problematici.

D’altronde, come ausilio ai loro lavori, oltre a un libretto di preghiere, hanno ricevuto una striminzita pubblicazione in cui, di ogni cardinale, erano riportati quasi solo i dati anagrafici. Di vita pastorale, impegno ecclesiale, servizio alla Chiesa: quasi nulla. Wikipedia avrebbe fatto meglio. Per sapere chi hanno seduto accanto, devono ricorrere al web — finché funziona, ancora per poco.

I nomi più o meno sussurrati nelle Congregazioni Generali sono cinque: Parolin, Pizzaballa, Tagle, Erdő e Grech. Lo sguardo, dunque, spazia dall’Europa — con gli italiani Parolin e Pizzaballa, l’ungherese Erdő e il maltese Grech — all’Asia, con il filippino Tagle. Per essere il Conclave con la più ampia rappresentanza geografica nella storia della Chiesa — cardinali da 71 Paesi — sembra che, per non vedere brillare la luce dei porporati dei cosiddetti continenti della speranza, Africa e America Latina, e degli episcopati considerati forti, come gli anglosassoni del Nord America, i futuri conclavisti si siano messi tutti gli occhiali da sole.

I numeri parlano chiaro: i cardinali europei sono 53, pari al 39% del totale, e quindi, in teoria, non avrebbero più il tradizionale ruolo preponderante, in un quadro di evidente internazionalizzazione della Chiesa. Per Bergoglio, che voleva una Chiesa davvero universale, è un duro colpo. Ma può almeno consolarsi con l’afflusso continuo di fedeli davanti alla sua tomba.

Luigi Bisignani, Il Tempo, 5 maggio 2025

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