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I cardinali hanno deciso. È ufficiale la data di inizio Conclave

Come si elegge il nuovo pontefice della Chiesa Cattolica

“C’è la data del conclave, sarà comunicata”, ha detto all’uscita delle congregazioni il cardinale Giuseppe Versaldi. Poco dopo la Santa Sede ha dato la comunicazione ufficiale: il Conclave inizia il 7 maggio, quindi due giorni dopo la prima data utile (il 5 maggio). Il motivo? Pare sia una questione logistica: i cardinali elettori non sono mai stati così tanti e Casa Santa Marta, dove ha abitato Bergoglio per tanto tempo, deve essere organizzata per ospitare tutti i porporati che lì vivranno in assoluta riservatezza.

Cosa è il Conclave

Il termine “Conclave” deriva dal latino “cum clave”, che significa “chiuso a chiave”. Rappresenta infatti la riservatezza del processo di elezione papale, un momento misterioso e antico della Chiesa cattolica. L’idea di isolamento nasce intorno al 1200 quando i fedeli, per spingere i cardinali a trovare rapidamente un accordo ed evitare lunghe impasse, chiusero fisicamente i cardinali a chiave prima a Perugia e poi a Viterno. Dal XIII secolo, il Conclave è il rito ufficiale che sancisce l’elezione di ogni nuovo pontefice.

Le date e i preparativi per il Conclave

Il Conclave del 2025 inizierà il 7 maggio, come stabilito dal Vaticano dopo la morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile. Questa data rispetta i tempi previsti dalla “Universi Dominici Gregis”, l’atto normativo che regola la sede apostolica vacante. Dopo i nove giorni di preghiera e suffragio, inizia il percorso per l’elezione del nuovo Papa. Fino all’apertura ufficiale nella Cappella Sistina, tutti i cardinali – anche quelli non elettori, perché con più di 80 anni – partecipano alle Congregazioni generali per confrontarsi e riflettere su chi potrebbe essere il nuovo pontefice.

La procedura del Conclave: regole e svolgimento

Il Conclave si svolge nella Cappella Sistina, dove 135 cardinali elettori con meno di 80 anni saranno chiamati a scegliere il successore di Francesco. Prima dell’inizio ufficiale, ogni cardinale giura segretezza assoluta e le porte della Sistina vengono chiuse al mondo esterno. La frase “Extra omnes” (“Fuori tutti”), pronunciata dal Maestro delle celebrazioni liturgiche, segna l’inizio del processo.

Dopo la “Missa pro eligendo romano pontefice”, si aprono le votazioni: sono quattro al giorno, due al mattino e due al pomeriggio. Se nessuno raggiunge la maggioranza di due terzi dei voti (almeno 90 cardinali), le schede vengono bruciate generando il famoso fumo nero. Dopo 34 votazioni, si va al “ballottaggio” tra di due cardinali più votati e per l’elezione occorre sempre raggiungere i due terzi dei voti. Quando si raggiunge il quorum, la fumata bianca annuncia che un nuovo Papa è stato eletto. Il rito si conclude con l’annuncio del cardinale protodiacono dal balcone di San Pietro: “Habemus Papam”.

Il Pontefice eletto viene invece portato nella “stanza delle lacrime”, dove può sfogare l’emozione, e dove troverà gli abiti per la vestizione di bianco.

Come si vota

“La procedura dello scrutinio”, si legge nella Universi Dominici Gregis, “si svolge in tre fasi”.

Fase 1 di pre-scrutinio
1) la preparazione e la distribuzione delle schede da parte dei Cerimonieri – richiamati intanto nell’Aula insieme col Segretario del Collegio dei Cardinali e col Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie – i quali ne consegnano almeno due o tre a ciascun Cardinale elettore; 2) l’estrazione a sorte, fra tutti i Cardinali elettori, di tre Scrutatori, di tre incaricati a raccogliere i voti degli infermi, denominati per brevità Infirmarii, e di tre Revisori; tale sorteggio viene fatto pubblicamente dall’ultimo Cardinale Diacono, il quale estrae di seguito i nove nomi di coloro che dovranno svolgere tali mansioni; 3) se nell’estrazione degli Scrutatori, degli Infirmarii e dei Revisori, escono i nomi di Cardinali elettori che, per infermità o altro motivo, sono impediti di svolgere tali mansioni, al loro posto vengano estratti i nomi di altri non impediti. I primi tre estratti fungeranno da Scrutatori, i secondi tre da Infirmarii, gli altri tre da Revisori”.

Fase 2 di scrutinio vero e proprio:
1) la deposizione delle schede nell’apposita urna; 2) il mescolamento ed il conteggio delle stesse; 3) lo spoglio dei voti. Ciascun Cardinale elettore, in ordine di precedenza, dopo aver scritto e piegato la scheda, tenendola sollevata in modo che sia visibile, la porta all’altare, presso il quale stanno gli Scrutatori e sul quale è posto un recipiente coperto da un piatto per raccogliere le schede. Giunto colà, il Cardinale elettore pronuncia ad alta voce la seguente formula di giuramento: Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto. Depone, quindi, la scheda nel piatto e con questo la introduce nel recipiente. Eseguito ciò, fa inchino all’altare e torna al suo posto”.

Dopo che tutti i Cardinali elettori avranno deposto la loro scheda nell’urna, “il primo Scrutatore l’agita più volte per mescolare le schede e, subito dopo, l’ultimo Scrutatore procede al conteggio di esse, prendendole in maniera visibile una ad una dall’urna e riponendole in un altro recipiente vuoto, già preparato a tale scopo. Se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori, bisogna bruciarle tutte e procedere subito ad una seconda votazione; se invece corrisponde al numero degli elettori, segue lo spoglio così come appresso”.

A quel punto “il primo di essi prende una scheda, la apre, osserva il nome dell’eletto, e la passa al secondo Scrutatore che, accertato a sua volta il nome dell’eletto, la passa al terzo, il quale la legge a voce alta e intelligibile, in modo che tutti gli elettori presenti possano segnare il voto su un apposito foglio. Egli stesso annota il nome letto nella scheda. Qualora nello spoglio dei voti gli Scrutatori trovassero due schede piegate in modo da sembrare compilate da un solo elettore, se esse portano lo stesso nome vanno conteggiate per un solo voto, se invece portano due nomi diversi, nessuno dei due voti sarà valido; tuttavia, in nessuno dei due casi viene annullata la votazione”.

Concluso lo spoglio delle schede, gli Scrutatori fanno la somma dei voti ottenuti dai vari nomi, e li annotano su un foglio a parte. L’ultimo degli Scrutatori, man mano che legge le schede, le perfora con un ago nel punto in cui si trova la parola Eligo, e le inserisce in un filo, affinché possano essere più sicuramente conservate. Al termine della lettura dei nomi, i capi del filo vengono legati con un nodo, e le schede così vengono poste in un recipiente o ad un lato della mensa.

Fase 3 detta anche post-scrutinio
Comprende: 1) il conteggio dei voti; 2) il loro controllo; 3) il bruciamento delle schede. “Gli scrutatori – si legge – fanno la somma di tutti i voti che ciascuno ha riportato, e se nessuno ha raggiunto almeno i due terzi dei voti in quella votazione, il Papa non è stato eletto; se invece risulterà che uno ha ottenuto almeno i due terzi, si ha l’elezione del Romano Pontefice canonicamente valida. In ambedue i casi, abbia cioè avuto luogo o no l’elezione, i Revisori devono procedere al controllo sia delle schede sia delle annotazioni fatte dagli Scrutatori, per accertare che questi abbiano eseguito esattamente e fedelmente il loro compito. Subito dopo la revisione, prima che i Cardinali elettori lascino la Cappella Sistina, tutte le schede siano bruciate dagli Scrutatori, con l’aiuto del Segretario del Collegio e dei Cerimonieri, chiamati nel frattempo dall’ultimo Cardinale Diacono. Se però si dovesse procedere immediatamente ad una seconda votazione, le schede della prima votazione saranno bruciate solo alla fine, insieme con quelle della seconda votazione”.

I candidati e le tradizioni del Conclave

Per tradizione, il Papa viene scelto tra i cardinali, ma non esistono obblighi formali: potrebbero essere eletti anche sacerdoti o laici battezzati che soddisfano i requisiti. Tra i nomi favoriti di questa edizione, vi sono Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, Luis Antonio Tagle delle Filippine, e l’italiano Matteo Zuppi, considerato una figura di grande apertura e dialogo. Ulteriori possibilità includono Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, e altri noti esponenti del clero internazionale.

Il più giovane del Conclave è il cardinale ucraino Mykola Bychok, di soli 45 anni, mentre il più anziano, Carlos Osoro Sierra, ha 79 anni. La diversità nei partecipanti riflette la comunità globale della Chiesa.

Una tradizione di segretezza e isolamento tecnologico

Il Conclave rimane uno degli eventi più riservati della Chiesa. Nulla filtra all’esterno, e ogni tentativo di intercettazione è escluso grazie a specifiche tecnologie. Dal 2005, i cardinali vivono nella Domus Sanctae Marthae durante il Conclave. Qui non possono utilizzare dispositivi elettronici né avere contatti con l’esterno: pasti comuni e regole di vita comunitaria creano un contesto unico e di assoluta concentrazione.

Ecco la formula del giuramento:

Noi tutti e singoli Cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede. Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell’elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di qualunque ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell’elezione del Romano Pontefice.

Le norme del Conclave, aggiornate nel tempo, hanno radici medievali. La durata resta imprevedibile: può durare poche ore o diversi giorni. Si ricorda l’elezione di Francesco nel 2013, avvenuta dopo cinque scrutini, ma il record di durata risale al XIII secolo, con quasi tre anni di deliberazioni. Dalla solenne fumata bianca nasce una nuova pagina della storia della Chiesa, segnando il momento in cui si rivela al mondo il nuovo pontefice.