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I fanatici antirazzisti abbattono pure la statua di Lincoln

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Pare incredibile, ma è solo ordinaria follia ai tempi del fanatismo antirazzista. Avete presente Abramo Lincoln? Il presidente repubblicano che fece abolire la schiavitù? Sì, lo sappiamo: dietro la sua mossa, si celavano anche interessi politici e il desiderio di imprimere una svolta alla guerra civile americana. Fatto sta, però, che grazie a Lincoln, moltissimi neri, usati come schiavi nelle piantagioni del Sud, furono liberati.

Eppure, i residenti e i visitatori di Park Square, ha dichiarato il sindaco di Boston, Marty Walsh (ovviamente democratico), “si sentono a disagio” con la statua che raffigura uno schiavo nero liberato e inginocchiato, in segno di gratitudine, davanti a Lincoln, perché offre una “rappresentazione riduttiva del ruolo dei neri nel movimento abolizionista”. Così, quella statua è stata rimossa.

Sarà. Magari quella statua sminuisce davvero il contributo dei neri alla liberazione dalle catene. Magari perpetua lo stereotipo dell’uomo di colore che si prostra al benevolo uomo bianco che l’ha graziato. Fatto sta che quella statua, che raffigura l’ultimo schiavo “riacciuffato” dopo la fuga dai suoi padroni, è lì dal 1879: è riuscita a superare indenne persino l’ondata di proteste per i diritti civili, negli anni Sessanta, quando, evidentemente, “residenti e visitatori” non consideravano anche Lincoln un pericoloso oppressore. Non ha superato, invece, la cancel culture dei nuovi “democratici”. Via Cristoforo Colombo, Winston Churchill imbrattato (a Londra)… E nemmeno il presidente abolizionista è più al sicuro. Chissà: magari, tra cent’anni, qualcuno tirerà giù pure la statua di Obama o di Kamala Harris

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