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I limiti del Milan di Fonseca

L’avvio di campionato del Diavolo è stato invece disarmante con la miseria di un solo punto raccolto in due partite

La domanda sorge spontanea. È possibile mettere in discussione un progetto tecnico, teoricamente di respiro pluriennale, dopo soltanto due giornate di campionato? Un approccio razionale imporrebbe una risposta negativa a tale quesito in forza del fatto che il futuro della stagione è ancora tutto da scrivere e ci sono ampi margini per ribaltare una situazione al momento sfavorevole. Esperienza e vissuto insegnano però che risultati negativi abbinati a prestazioni non all’altezza possono minare ogni “certezza” ed aprire a scenari del tutto imprevedibili, talvolta anche in tempi piuttosto brevi.

Per il Milan e Fonseca era fondamentale iniziare la stagione con il piede giusto per acquisire una sorta di “credito” nei confronti dell’ambiente e creare i presupposti per lavorare con maggiore fiducia in vista di una stagione che si preannuncia intensa e nella quale i rossoneri sono chiamati a lottare per lo scudetto ed a ben figurare nella nuova Champions. L’avvio di campionato del Diavolo è stato invece disarmante con la miseria di un solo punto raccolto in due partite e già quattro reti al passivo; un calendario sulla carta favorevole (esordio a San Siro con il Torino e sfida esterna con il Parma neopromosso) si è rivelato una vera e propria “trappola” per i rossoneri, il cui campionato pare ancora non essere iniziato.

Troppo brutto per essere vero questo Milan, che ha evidenziato gravi problematiche alle due opposte estremità del campo ed in cui ancora non si vede la mano del nuovo allenatore. Da un lato una eccessiva fragilità difensiva, con la retroguardia che va facilmente in affanno nell’uno contro uno e che se presa in velocità è sempre sul punto di collassare; limiti questi già palesatisi nella scorsa stagione sotto la gestione Pioli e sui quali era logico pensare che Fonseca intervenisse prioritariamente apportando dei correttivi a livello di organizzazione ed impostazione del reparto.

E se la difesa è apparsa finora tutt’altro che solida, anche nella fase offensiva qualcosa non torna; la scarsa precisione sottoporta e la poca lucidità nelle scelte in area avversaria impediscono ai rossoneri di capitalizzare al meglio il volume di gioco prodotto e di sfruttare gli eventuali episodi favorevoli nell’arco della partita. Certamente si sente la mancanza in rosa di un centravanti da 20-25 gol a stagione ma al contempo è lecito attendersi qualcosa di più da Rafa Leao con il 10 rossonero che oltre a confermare le proprie lacune in termini di continuità di rendimento e di leadership si caratterizza per una elevata propensione all’errore in fase realizzativa.

Questo inizio sottotono del Milan impone anche alcune riflessioni in chiave mercato. Dopo la “rivoluzione” dell’estate 2023 quando grazie anche all’uscita di Tonali il Diavolo era intervenuto pesantemente su centrocampo e attacco, in questa sessione i rossoneri si sono concentrati su operazioni mirate; Pavlovic ed Emerson Royal per la difesa, il neo Campione d’Europa Morata a raccogliere l’eredità di Giroud in attacco e Fofana per il centrocampo. A livello tattico c’è grande curiosità per ciò che potrà fare il classe ’99 arrivato dal Monaco; con lui il Milan ha colmato la lacuna in mediana creatasi a seguito della partenza di Kessie inserendo un calciatore con caratteristiche ed attitudini differenti rispetto a quelle degli altri centrocampisti in rosa. La fisicità e l’atletismo di Fofana possono rappresentare un valore aggiunto per i rossoneri anche sotto il profilo di una maggiore protezione e sostegno alla fase difensiva.

Troppo presto per dire se le operazioni di mercato in entrata si riveleranno vincenti, tuttavia ad oggi la sensazione è che la politica degli acquisti “funzionali”, adottata dal Milan in estate, non abbia minimamente ridotto il gap tecnico che separava i rossoneri dai cugini nerazzurri; nerazzurri che hanno confermato in toto il blocco scudetto inserendo profili interessanti come quelli di Taremi e Zielinski (entrambi a parametro zero) ed inevitabilmente partono con i favori del pronostico.

E Fonseca? Senza troppi giri di parole il suo arrivo in estate sulla panchina del Milan non ha scaldato il cuore dei tifosi mentre la società lo ha identificato come l’allenatore ideale per il club, un “aziendalista” in grado di saper lavorare con i giovani e di valorizzarli. Il portoghese ancora non è riuscito a dare la sua impronta alla squadra e certamente il fattore tempo non gioca a suo favore; se da un lato è giusto lasciarlo lavorare evitando processi sommari dopo soltanto due giornate di campionato va da sé che il tecnico abbia praticamente già esaurito il proprio “bonus” in termini di risultati negativi ed ulteriori prestazioni sottotono potrebbero mettere a rischio la stabilità della sua panchina.

La difficile trasferta all’Olimpico con la Lazio di sabato sera rappresenta la grande occasione per ripartire ed affrontare con maggiore serenità la pausa di due settimane per le nazionali; quasi inutile sottolineare come in caso di rovescio con i biancocelesti la situazione in casa rossonera inizierebbe a farsi piuttosto pesante e la pressione su Fonseca raggiungerebbe livelli elevatissimi.

Peraltro, subito dopo la pausa il Milan è atteso dal match casalingo con il Venezia mentre alla quinta giornata è prevista una sfida da fare tremare le vene e i polsi, il derby con l’Inter. Paradossalmente proprio la stracittadina, che il Milan non si aggiudica dal lontano settembre 2022, può già rappresentare un crocevia fondamentale per la stagione dei rossoneri e soprattutto per il destino di Fonseca. Che forse non sarà già con la spalle al muro ma dovrà dimostrare quanto prima di essere un allenatore da Milan e di meritare la fiducia che ha riposto in lui il club.

Enrico Paci, 27 agosto 2024

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