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I ritardi sulle riforme del ministro finto proletario - Seconda parte

Non è passata inosservata l’intervista che Orlando ha rilasciato pochi giorni fa, rivendicando il suo pauperismo di ligure (spezzino) tentato dal mugugno, ma sedotto dall’esibizione di quarti di nobiltà proletaria. Con orgoglio si dice residente nella casa popolare che fu di suo nonno. Peccato che trascorra ormai quasi tutta la settimana in un prestigioso appartamento nel centro di Roma – si sa, i doveri istituzionali! – e che nella sua La Spezia possieda altri quattro fabbricati – secondo le notizie fornite dai giornali meno obbedienti al verbo di Orlando, e finora non smentiti – oltre (sempre citando fonti non smentite) a una villa in Messico e altri immobili conferiti in una società di affittacamere (bed&breakfast) sempre a La Spezia.

Insomma, il ministro proletario è così solido patrimonialmente, da non avvertire – buon per lui – le urgenze di chi lavora e di chi vorrebbe lavorare. Adelante Andrea, con juicio. Ma soprattutto senza fretta. Le riforme possono attendere.

Antonio Mastrapasqua, 28 luglio 2021

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