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Focus Casa e Ambiente - Seconda parte

Il caro energia? Grazie alle Cer Italia indipendente sugli approvvigionamenti

La Cer è una comunità virtuale di energia, una sorta di “centrale elettrica diffusa” – sia essa composta da impianti realizzati a terra o sui tetti delle abitazioni, fotovoltaico o a biomassa –  finalizzata a produrre e scambiare energia al suo interno per l’autoconsumo. Insomma una soluzione che mentre dà una mano all’ambiente con il taglio delle emissioni, rappresenta una risposta strutturale per contenere il caro bollette e per aiutare l’Italia ad emanciparsi dagli approvvigionamenti dall’estero. Si pensi, per esempio, al nucleare francese. Siamo però in un momento di passaggio, anche dal punto di vista normativo; dopo aver visto che cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili analizziamo già da vicino come funzionano con l’aiuto di Lorenzo Bonfili, co-fondatore insieme a  Dino Passeri, di Distretti Ecologici, la società specializzata in progetti di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico che ci affianca nella realizzazione di questa guida.

 

Dottor Bonfili, dal punto di vista del cittadino quel è il vero cambio di passo che sarà impresso dalle Cer?

Lorenzo Bonfili, co-fondatore di Distretti Ecologici

“La nascita di una nuova figura, quella  del prosumer: ciascuno di noi può diventare sia produttore sia consumatore di energia. Si tratta di un salto strategico e insieme filosofico, perchè è una scelta di libertà, di autogestione ma anche di  responsabilità e di responsabilizzazione. Noi parliamo di personalità ecologica, perch grazie alle Cer saremo tutti protagonisti di un cambiamento tramite le nostre scelte. Più saremo efficaci a gestire energia più saranno marcati i vantaggi. Questo potrà inoltre creare lavoro nei piccoli comuni e forse anche aiutare a vincere quella indomita litigiosità che oggi contraddistingue la vita in molti condomini, in nome di una collaborazione per il bene comune”.

 

 

 

La Comunità è pensata per accogliere in contemporanea sia famiglie sia imprese, perchè?

“La coesistenza di soci domestici e industriali aiuta a massimizzarne l’efficienza della Cer in tutte le fasce orarie di consumo; per esempio di giorno ci sarà una maggiore richiesta da parte di chi produce, a pranzo e la sera invece da parte delle famiglie per gli elettrodomestici. Tutto questo ottimizza il funzionamento del sistema in attesa di sistemi di accumulo sempre più performanti e green; un fatto molto importante considerando anche i naturali sbalzi di produzione connaturato a un impianto fotovoltaico”.

 

 

Quali sono risparmi in bolletta?

“Iniziamo col dire che tutte le spese di gestione di rete sono azzerate; alle condizioni attuali il risparmio è quindi come minimo del 30%. Ma se, come ci si attende, la fiammata dei costi dell’energia tenderà a ridursi il vantaggio finale aumenterà ancora, perchè crescerà l’incidenza dei costi di gestione su quelli totali. Considerando questo aspetto e il fatto che le Cer non hanno fine di lucro, si stima che il risparmio per una famiglia o una azienda tipo possa arrivare al 50%”.

 

 

Ci sono costi gestionali o burocratici?

“Per chi si affida a Distretti Ecologici non ci sono costi amministrativi diretti da sostenere per la costituzione della Cer, tranne quelli di registrazione e di attivazione, quindi poche decine di euro l’anno che peraltro in molti casi riusciamo anche a compensare completamente”.

 

A quanto ammonta l’investimento medio per l’impianto? Quanto tempo occorre?

“Il nostro cliente non corre alcun rischio, Distretti Ecologici segue l’intero processo, dalla progettazione alla realizzazione degli impianto. Come gruppo specializzato nell’efficientamento degli edifici e nella bioedilizia, abbiamo infatti scelto di integrare la filosofia delle Cer in tutta la nostra offerta: realizziamo già le nuove costruzioni pronte a questi approccio, per l’esistente andiamo invece a coordinare questa possibilità con i lavori di ristrutturazione ed efficientamento per esempio connessi al Superbonus. Il cliente finale non ha quindi costi aggiuntivi. Un doppio vantaggio insomma. Quanti ai tempi, considerando anche i passaggi autorizzativi necessari, siamo in grado di realizzare  e mettere in funzione un impianto in 4-6 mesi”.

 

Quante famiglie o imprese può servire una Cer?

Allo stato attuale è prevista una potenza massima di soli 200 kw in cabina secondaria, troppo poco per innescare la rivoluzione green di cui ha bisogno il nostro Paese. A marzo però sono attesi i decreti attuativi  che  cambieranno la regolamentazione di riferimento. In base alle attese ogni singola Comunità potrà avere una potenzia massima di 1 Megawatt. Stimiamo quindi che ogni singola Comunità potrà presto accogliere dalle 500 alle 800 famiglie con un consumo standard da 2 Kw; molto dipenderà naturalmente se ci saranno anche delle imprese che necessitano di una potenza maggiore. Resta poi il vincolo che tutti i soci devono essere collegati con la stessa “cabina primaria”, cioè a uno solo dei numerosi impianti distribuiti sul nostro territorio per trasformare l’energia elettrica ad alta tensione in arrivo dai tralicci a un voltaggio adatto al consumo finale”.

 

 

La rete elettrica attuale è pronta a sopportare questo cambio di passo verso una produzione diffusa?

“Le cabine primarie oggi in funzione potrebbero non bastare, il rischio è quello di un sovraccarico o di un eccessivo svuotamento della rete. E’ un po’ quello che potrebbe accadrebbe con la pressione dell’acqua nel caso limite  nessuno apra il rubinetto per giorni o lo facciano tutti contemporaneamente, ci sarebbero degli sbalzi nelle tubature. I grandi gestori del settore saranno chiamati a investire”.

Questo sarà un incentivo alla mobilità elettrica?

“Certamente, se oggi in Italia il 50% del parco circolante fosse elettrico con la rete di ricarica esistente il Paese sarebbe in perpetuo black out. Grazie alle Cer si potrà invece sopperire al problema, creando in loco l’energia da immettere nelle colonnine  per  le vetture dei residenti della zona.”

 

Qui la prima puntata della guida su come tagliare bollette e CO2 con le Cer

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