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I deliri dell’antirazzismo chic - Seconda parte

Abbiamo un esempio concreto e storico di cosa comporta quello che il grande scrittore Richard Millet chiama «l’antirazzismo come terrore» (e che per aver scritto questo fu cacciato da Gallimard, dove era editor stimato e di successo). In Francia negli anni Ottanta, quando la deleteria politica del presidente socialista Mitterrand aprì le porte agli immigrati, per mettere in difficoltà la destra neogollista di Chirac, l’Eliseo si inventò Sos racisme. Cioè diede forza a una organizzazione il cui unico obiettivo doveva essere la battaglia contro il razzismo. Sos racisme si impadronì del Partito socialista, di molte redazioni dei giornali, dei sindacati universitari, con una propaganda martellante fondata sulla denigrazione moralistica del francese «bianco», sempre razzista, mentre tutti gli immigrati e i figli di immigrati (si intende però, neri) dovevano essere difesi.

Risultato: Jean Marie Le Pen schizzò al quarto posto nelle presidenziali del 1988 e da quel momento non avrebbe fato che crescere. Mentre il Partito socialista non sarebbe più uscito dalla sua crisi per finire, oggi, al 4% dei voti. In compenso, oggi, a Parigi ciò che resta della sinistra organizza manifestazioni contro la «islamofobia» in cui si grida «Allah è grande» e, parole dell’ex ministro dell’interno di Macron, la Francia è a un passo dalla «implosione civile»

Vogliamo fare la stessa fine?

Marco Gervasoni, 12 novembre 2019

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