Politica

Il discorso citato dalla Meloni (che smonta le bufale sul naufragio)

Il premier a muso duro: “Tutte le norme applicate”. Poi l’affondo contro la sinistra che specula sui migranti

Giorgia Meloni D'Agostino

Ieri Giorgia Meloni è andata alla Camera dei Deputati per rispondere alle interrogazioni dei parlamentari in occasione del cosiddetto Question Time. A parte lo scontro faccia a faccia con Elly Schlein sul salario minimo, da cui sembra essere uscita vincitrice, il premier ha dovuto anche spiegare a Riccardo Magi di Più Europa come sono andate le cose sul naufragio del 10-11 marzo di fronte alle coste della Libia. Una tragedia su cui l’Italia e la nostra Guardia Costiera potevano fare ben poco.

Il discorso della Meloni sul naufragio

Nel farlo, il premier ha deciso di citare le spiegazioni date dal capo del centro di coordinamento della Guardia Costiera, il comandante Gianluca D’Agostino, rilasciate a Nicola Porro a Quarta Repubblica. “Il tragico evento, al quale l’interrogante fa riferimento – ha spiegato Meloni – riguarda il naufragio di una barca affondata, che, purtroppo, ha comportato la morte di 30 dei 47 migranti a bordo; si è svolto in area SAR, di responsabilità della Libia, ed è stato inizialmente coordinato dalle autorità libiche. L’Italia ha poi assunto il coordinamento, una volta ricevuta la comunicazione dell’impossibilità, da parte delle autorità libiche, di impiegare mezzi e su esplicita richiesta delle stesse. Significa che l’Italia non solo è intervenuta, ma che è intervenuta in acque che non erano di sua competenza. Ma poiché mi è chiara la ragione per la quale il Governo è chiamato in causa di fronte a queste vicende, vorrei rispondere – perché mi pare più efficace – con le parole di Gianluca D’Agostino, capo della centrale operativa della Guardia costiera, confidando che tutti abbiano rispetto per il lavoro di questi servitori dello Stato”. Ed è qui che Meloni riprende passo per passo l’intervista rilasciata a Quarta Repubblica.

Le spiegazioni del comendante

“Da un punto di vista tecnico – spiegava D’Agostino – si può entrare nell’area SAR libica, poiché sono acque internazionali, ma da un punto di vista normativo, una volta che giunge la richiesta d’emergenza, è l’autorità competente che deve operare, in questo caso la Libia. Quando abbiamo capito che la guardia costiera libica non sarebbe intervenuta, abbiamo assunto il coordinamento, anche se sarebbe toccato a Malta”. Il motivo per cui la Guardia Costiera non ha inviato le sue motovedette è semplice: le nostre unità Sar non avevano l’autonomia per arrivare e tornare in sicurezza mentre le altre navi della marina, oltre a metterci 20 ore per sopraggiungere, erano comunque impegnate in altri soccorsi nello Ionio. “Per completezza di informazione – ha aggiunto Meloni – l’unità militare più vicina era a circa 255 miglia ed era impegnata in attività operativa. Per questo è stato chiesto aiuto alle navi mercantili. E aggiungo, colleghi, che le navi mercantili nell’ultimo decennio sono state utilizzate in centinaia di casi analoghi, salvando oltre 100.000 persone, in questo stesso scenario, e chi pone il quesito dovrebbe saperlo, visto che era sostanzialmente al Governo”.

Lo spiegava anche il comandante D’Agostino: “Tutte le norme sono state applicate, quelle che c’erano oggi, c’erano anche ieri”. Anche perché “nessuno mi può costringere a non salvare vite in mare, neppure un Ministro, perché la responsabilità giuridica sarebbe mia”.

Per approfondire

Nel suo intervento alla Camera, Meloni ha poi rivolto la sua attenzione verso chi in questi giorni sta continuamente accusando l’esecutivo di essere responsabile della strage. “Quello che mi colpisce, colleghi, è che, per fini politici, si finisca per mettere in discussione l’onore e l’operato di chi, ogni giorno, rischia la propria vita per salvarne altre e si finisca per calunniare l’Italia intera che, da sola, affronta questo dramma, spesso anche per conto delle altre Nazioni, offrendo strumenti a chi vuole continuare a scaricare tutto il peso del problema su di noi, invece di assumersi le proprie responsabilità”. L’equazione appare semplice: “Finché ci saranno partenze su barche in pessime condizioni, e qualche volta in pessime condizioni meteo, ci saranno sempre perdite di vite. Quello che dobbiamo fare è prevenire che i trafficanti portino queste persone a bordo di queste barche e investire, invece, sulle rotte legali. È quello che dice sempre il capitano D’Agostino ed è esattamente il lavoro che sta facendo il Governo. Dunque, la nostra coscienza è a posto. Spero che chi attacca il Governo, ma non dice una parola sulla mafia degli scafisti, possa dire lo stesso”.