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Il fuori onda di Cingolani che smonta Greta - Seconda parte

“In fondo al di là delle chiacchiere abbiamo detto tutti la stessa cosa, no?”, chiede Cingolani al collaboratore cercando rassicurazioni che puntualmente arrivano. “No, no ma infatti”.

Subito dopo afferma di esser stato costretto a modificare tutto il discorso che si era preparato. “Io alla fine ho cambiato completamente tutto quello che avevo scritto. I Carbon offset (sistema di compensazione delle emissioni C02, ndr) non c’entrano un ca***”.

E infine arriva la pesante stroncatura di Greta. “Lei alla fine è stata meno concreta”, – dice il collaboratore. “Neanche una risposta sul fatto di dire, facciamo proposte. Cioè una proposta?”

“Ognuno ha il suo linguaggio”, replica a questo punto il ministro in un momento di malcelata modestia. 

E prima di prendere l’ascensore, ecco la stoccata finale: “Non c’è Greta che tenga”.

 

Tanta riverenza per nulla, avrà di certo pensato il ministro. L’aspetto molto divertente e al tempo stesso più significativo dell’intera vicenda, però, sta nel fatto che alla fine anche le alte cariche istituzionali finiscono in qualche modo per credere alle narrazioni fuffa che ci vengono propinate. Se non che, una volta messi di fronte all’evidenza, non possono fare altro che ridimensionare il tutto e riderci sopra.

Teatrino a parte, il problema più grande qui ce l’abbiamo noi. Sì, perché mentre loro si danno dei “bla bla” a vicenda, noi paghiamo delle bollette sempre più salate anche a causa loro. E su questo, non ci sono Greta e Cingolani che tengano!

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