Rassegna Stampa del Cameo

Il global compact dell’Onu. L’ultima follia dei tecnocrati mondialisti

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Ho finalmente letto le 34 pagine del “Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare”. Ora posso scriverne. Non si tratta documento “papà” sui rifugiati che è cosa serissima e condivisibile. Questo invece è enigmatico, presentato in modo ambiguo, elaborato da burocrati dal pensiero unico e dissociato, insomma è un documento furbastro, non degno dell’Onu. Ai tempi in cui facevo il Ceo l’estensore l’avrei licenziato e il documento gettato nel cassonetto. Quando l’Onu scrive, essendo una specie di tribunale di ultima istanza della moralità del globo (però non vale per i cinque che hanno il diritto di veto), dev’essere chiaro, definitivo. Piuttosto non scriva.

Come può l’Onu far sottoscrivere un “patto non vincolante” ma “politicamente impegnativo”, come scrivono gli svizzeri? Contraddizione in termini. O lo rende vincolante oppure cerca di gabbarci psicologicamente. Sarebbe come dire “Vaccinatevi, ma (sottovoce) se non volete non fatelo, però dovete comprare il vaccino e dire (a voce alta) che vi siete vaccinati”. Provate a dirlo a Roberto Burioni: vi asfalta.

Riprendendo il prestigioso giornale svizzero Nzz, un liberale (nature) che stimo molto, Tito Tettamanzi, sul Corriere del Ticino scrive: “In teoria, con quel documento, si può entrare senza bussare in casa nostra, ma noi siamo liberi di sprangare porte e finestre per non farli entrare, perché ognuno a casa propria può fare ciò che vuole. Però è possibile togliere contributi e sostegni a quei “media ritenuti intolleranti e razzisti”, che si oppongono a farli entrare”.

Mi chiedo con lui, ma che modo di ragionare è questo? La Svizzera nell’accoglienza ai migranti non è mai stata seconda a nessuno ma, per ora, non ha firmato, e bene ha fatto.

Che tristezza dover subire le idiozie di una tecnocrazia mondialista (focalizzata sul “noi abbiamo sempre ragione” di antica memoria) che non ammette la diversità d’opinione neppure su “patti non vincolanti”. Si rendono conto, come scrive Tettamanzi, che se solo 200 milioni di africani (appena il 10% dei 2 miliardi previsti nel 2050) arrivassero in Europa, da un lato non risolverebbero certo i problemi dell’Africa, ma rappresenterebbero un aumento del 40% della popolazione europea, con impatti devastanti? Pare non sappiano neppure far di conto. Vogliono forse educarci e farci vivere in un mondo idiota di costanti fake truth in purezza?

Che tristezza, dover continuare ad essere governati da “competenti” dai meravigliosi curricula, che per un quarto di secolo le hanno, con grande competenza, sbagliate tutte, pardon molte.

Riccardo Ruggeri, 14 gennaio 2019