La Ripartenza

Il “lato oscuro” di Netflix. Labriola: “Cosa succede col lancio di video in 4k”

Telecomunicazioni al bivio. Settore strategico per il Paese, quello delle Tlc è un ambito che sta affrontando sfide determinanti per il futuro. In un contesto di ormai aperta competizione a livello internazionale, ciò che chiedono i leader del settore non sono maggiori norme o più vincoli. Ma anzi meno regole, purché chiare ed estese a tutti i player. Il perché ce lo ha spiegato Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim. “Oggi le aziende di telecomunicazioni hanno una redditività molto minore rispetto a quella del passato. Per fattori esterni al sistema, innanzitutto. La crisi economica e i tassi di interesse portano a finanziare questi investimenti con dei costi molto maggiori rispetto al passato. Il secondo motivo è che il mercato ha perso nel tempo buona parte della marginalità per un eccesso di competizione e forse dire anche per un eccesso di regolamentazione”, ha affermato Labriola ai nostri microfoni, a margine del proprio intervento sul palco della Ripartenza 2023 di Bari.

L’Ad di Tim ha quindi citato l’esempio di Whatsapp, servizio di messaggistica che ha scompaginato il settore e che – a differenza degli operatori Tlc – non risulta soggetto a regole. “Questo non è sbagliato, di per sé. Oggi è tutto quanto cambiato. Mentre prima le telecomunicazioni erano un settore a sé stante, a tenuta stagna e senza infiltrazioni da nessuna parte, oggi sono un settore che è un modello osmotico, con a fianco altri business che possono cannibalizzarlo”, ha osservato Labriola. Dunque, ci ha spiegato il top manager di Tim, “non puoi trovarti in un contesto nel quale tu sei regolato e gli altri no. Noi non vogliamo più regolamentazioni, ma meno regolamentazioni per tutti”.

La partita da giocare in tal senso non è certo facile e anzi, spesso è ad armi impari. Sul palco del teatro Petruzzelli di Bari, ad esempio, Labriola ha citato i colossi internazionali dello streaming come Netflix e Disney, che hanno costretto gli operatori Tlc a contingenti valutazioni di natura economica e infrastrutturale. Concetto che l’Ad di Tim ha poi ribadito ai nostri microfoni. “In alcuni casi viene strumentalizzato questo dibattito e viene utilizzato il termine ‘Internet Tax’, ma nessuno sta chiedendo nessuna ‘Internet Tax’”. Però “quando Netflix lancia un’offerta con tutti i video in 4K a 5 euro in più, aumenta il volume di dati trasportato nella rete. Ma noi operatori di telecomunicazioni non riceviamo nulla e anzi dobbiamo adattare le nostre reti per gestire questo volume di traffico. E non c’è neanche un incentivo a razionalizzare questo volume, quindi stiamo cercando di trovare una logica nella quale ci sia un incentivo a un uso coerente del punto di vista del consumo di banda”. WhatsApp, YouTube, Netflix: Labriola fa i nomi di alcuni servizi che hanno trasformato il mercato. E infine rimarca: “Dobbiamo avere un modello equo per competere. Quindi, stesse regole per tutti. Meno regole, ma per tutti”.

Marco Leardi, 21 luglio 2023


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