Il lockdown sarà un’ammissione di fallimento

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Mi rivolgo a voi, cavalieri dell’apocalisse mediatica e sanitaria, miliziani del terrore televisivo e medico, apostoli del panico giornalistico ed epidemiologico, per comunicarvi una cosa semplice semplice: sappiate che il vento è cambiato.

Per mesi, spadroneggiando sui media e iniettando paura, avete dominato in lungo e in largo, creando una situazione (ne ho scritto qui ancora tre settimane fa) per cui una significativa maggioranza dei cittadini aveva finito per chiedere a gran voce lockdown, restrizioni, limitazioni. Solo una consistente minoranza di non garantiti, di autonomi, di lavoratori del settore privato, sembrava resistere: un po’ per convinzione e un po’ per necessità.

Mi pare che le cose siano significativamente cambiate. O meglio: proprio mentre un nuovo lockdown si prepara, proprio mentre – per certi versi – potreste rivendicare di aver avuto un’altra volta partita vinta, ovunque in Italia è cresciuta la consapevolezza che queste restrizioni scattino e scatteranno perché il governo e i suoi consulenti scientifici non sono stati in grado di fare il proprio dovere, perché hanno parlato anziché fare, hanno concionato in tv anziché dedicarsi a trasporti-scuole-terapie intensive.

Morale: scatteranno altre restrizioni e scatterà pure un lockdown, più prima che poi, e cercherete di presentarlo come inevitabile. Ma i cittadini, ormai, sanno che era invece evitabile, o almeno ritardabile, se aveste fatto ciò che dovevate.

Ma portiamoci avanti con il lavoro. Proverete a dirci, allargando le braccia, che tutta Europa è nelle stesse condizioni, dalla Francia alla Germania. C’è del vero, ma proprio qui sta il punto: è l’intero sistema continentale ad aver clamorosamente fallito. È la strategia del lockdown, da voi invocata ed esaltata, ad avere mancato tutti gli obiettivi: “comprare tempo” non ha fermato il virus, né vi ha reso più efficienti. Semmai, ha ammazzato l’economia.

Al contrario, è stata proprio la strategia opposta, quella del (da voi) detestato Donald Trump, a offrire una prestazione incomparabilmente migliore: con una ripresa economica assai incoraggiante, resa possibile proprio dal fatto che l’Amministrazione Usa, pur dovendosi scontrare con governatori statali spesso di segno politico opposto, ha cercato di limitare nel tempo i lockdown, evitando una medicina peggiore del male che si voleva contrastare.

È l’ora che, con un minimo di onestà intellettuale, si faccia un calcolo dei costi e dei benefici di queste due opposte strategie. A me pare che la linea europea si stia rivelando fallimentare, sia dal punto di vista sanitario che da quello economico.

Daniele Capezzone, 2 novembre 2020

 

 

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