Il segretario provinciale della Fillea Cgil di Genova, Fabiano Mura, è stato iscritto nel registro degli indagati per simulazione di reato. L’accusa riguarda una presunta aggressione che Mura aveva denunciato di aver subito il 15 aprile 2025 nel quartiere di Sestri Ponente. Mura aveva affermato di essere stato aggredito da due uomini che l’avevano insultato e colpito con motivazioni politiche. L’episodio aveva scatenato reazioni di indignazione politica e sociale, culminando in una manifestazione antifascista molto partecipata a Sestri Ponente, in piazza Baracca.
La confessione del sindacalista
Dopo l’apertura dell’indagine, guidata dal sostituto procuratore Federico Manotti, sono emersi forti dubbi sul racconto dell’aggressione. Durante un interrogatorio avvenuto il 24 aprile, Fabiano Mura ha confessato di essersi inventato tutto. La denuncia presentata presso il commissariato di Cornigliano descriveva un’aggressione con insulti e un pugno ricevuto da due sconosciuti, definiti dallo stesso sindacalista come “fascisti“. Mura ha successivamente ammesso di aver costruito la storia per “motivi personali”.
La reazione della Cgil
A seguito delle confessioni e dello sviluppo delle indagini, la Cgil ha deciso di sospendere Fabiano Mura da ogni carica sindacale. In una nota ufficiale, l’organizzazione ha dichiarato che la sospensione è necessaria per tutelare il sindacato e per rispettare il lavoro delle autorità inquirenti. La Cgil ha inoltre sottolineato quanto sia importante basarsi sui risultati delle indagini ufficiali per arrivare alla verità. Eventuali ulteriori azioni legali contro Mura saranno valutate alla luce degli sviluppi del caso.
La denuncia di Mura aveva portato a una mobilitazione significativa da parte delle forze politiche e sociali della città. Oltre a rappresentanti della Cgil, alla manifestazione antifascista del 15 aprile erano presenti personalità come Silvia Salis, candidata del centrosinistra, l’ex ministro Andrea Orlando e l’ex segretario della Cgil Sergio Cofferati. “Un nostro segretario, appartenente alla categoria degli edili, è stato vittima di una vile aggressione fascista – aveva scritto in una nota a caldo la Cgil – Due uomini, a Sestri Ponente, l’hanno avvicinato mentre scendeva dalla macchina di servizio, sulla quale erano esposti i loghi dei referendum sul lavoro e cittadinanza, gridando ‘comunista di merda’, sputandogli addosso, facendo il saluto romano, avventandosi verso di lui che, pur riuscendo a difendersi e divincolarsi, allontanandosi dal posto sulla sua vettura, ha dovuto fare ricorso alle cure del Pronto Soccorso”. Tuttavia, con la smentita dell’episodio, e le innumerevoli discrepanze del racconto, la posizione dei movimenti antifascisti e del sindacato stanno ora prendendo una direzione diversa. “Dagli sviluppi dell’indagine apparsi oggi sugli organi di stampa apprendiamo come i fatti legati all’aggressione al sindacalista Fillea non sarebbero confermati”, ha detto oggi la Cgil di Genova. “Ove così fosse e come già dichiarato – continua la nota – se non siamo di fronte a una escalation di violenza di qualsiasi natura non possiamo che tirare un respiro di sollievo: la Cgil purtroppo ha già pagato prezzi altissimi, anche in tempi recenti. Il doveroso rispetto della tempestiva e puntuale attività svolta dagli organi inquirenti, cui va espressa sincera gratitudine per il ruolo e l’impegno svolto nella ricerca di verità e giustizia, impone di attendere l’esito di quanto in corso”. In ogni caso, “a tutela dell’organizzazione saranno attivate le procedure interne di garanzia attraverso la sospensione dell’iscrizione alla Fillea e quindi la revoca del distacco sindacale e di ogni incarico connesso alla persona coinvolta nei fatti”. Inoltre, “se le notizie apparse oggi saranno confermate dagli organismi inquirenti, la Cgil si riserva di tutelarsi nelle forme che valuterà più opportune e in tutti i modi possibili”.
Indagini in corso per chiarire i dettagli
Le autorità stanno lavorando per comprendere pienamente le motivazioni di Fabiano Mura. La domanda principale è se il sindacalista avesse inventato l’intera vicenda o se avesse denunciato un’aggressione reale ma per motivi personali, attribuendole poi una matrice politica. Durante le prime fasi dell’inchiesta, Mura aveva anche ritirato la denuncia, citando una forte pressione emotiva causata dalle discrepanze emerse nel suo racconto.
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