Politica

Un piano-Draghi per prendersi l’Europa? Ma lui risponde così

Macron vorrebbe l’ex premier italiano per salvare l’Ue: il progetto già condiviso con Scholz. Sarà vero?

Draghi Ue

Mario Draghi non è destinato alla pensione, questo è ormai noto. Nel corso degli ultimi mesi l’ex presidente del Consiglio italiano è stato accostato a numerosi incarichi di rilievo, l’ultima indiscrezione lo vedrebbe alla guida dell’Europa. Già kingmaker cinque anni fa, con la nomina di Ursula von der Leyen, il presidente francese Macron sembra intenzionato a interpretare un ruolo da protagonista nella partita per la presidenza della Commissione europea. Tanti gli attori in gioco, tanti i fattori da tenere in considerazione, ma il nome dell’ex numero uno della Banca centrale europea non rientra tra le ipotesi “folli”.

Come evidenziato da Repubblica, fonti diplomatiche a Bruxelles e a Parigi hanno confermato che è Draghi il jolly di Macron, il campione su cui scommettere per salvare l’Europa. Il rapporto tra i due è sempre stato privilegiato, basti pensare al Trattato del Quirinale e agli attestati di stima reciproci. Registrato il primo sondaggio informale, il numero uno dell’Eliseo si è spinto oltre, parlando dell’ipotesi Draghi con il cancelliere tedesco Scholz. Un profilo di spessore, di esperienza in una fase particolarmente delicata per il vecchio Continente tra guerre (Ucraina e Medio Oriente), Cina e il possibile ritorno di Trump alla guida degli States.

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Se fonti vicine a Draghi hanno negato il suo interesse per la presidenza della Commissione europea, ma potrebbero essere parole di rito, considerando la posta in palio. Anche perché lo scenario è piuttosto credibile, con la von der Leyen destinata alla Nato e la possibilità per Scholz di sedare le tensioni all’interno della sua maggioranza. Resterebbe invece da valutare la risposta dell’Italia, considerando che non sarebbe possibile eleggere un italiano al vertice del governo europeo senza l’avallo di Palazzo Chigi. Tante variabili, dunque, ma la traccia c’è e appare assai concreta.

Le prime reazioni italiane hanno visto la grande esultanza dell’ex Terzo Polo, con champagne stappato da Calenda, Gozi & Co. Decisamente più tiepido il vicepremier Antonio Tajani, segretario di Forza Italia ma soprattutto volto di spicco del Ppe: “I trattati prevedono che il presidente della Commissione venga individuato tenendo conto dei risultati dell’elezione del nuovo Parlamento europeo. Noi popolari europei terremo il nostro Congresso in febbraio a Bucarest e credo proprio che confermeremo la candidatura di Ursula Von Der Leyen. Bisognerà attendere il responso del voto popolare e decidere sulla base di quello che indicheranno i cittadini europei”.

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