Libri in Libertà

Il pranzo unico globale

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L’Italia con le sue bellezze e il suo patrimonio sta cadendo in mani straniere. Ecco la tesi del nuovo libro di Mario Giordano. Per gentile concessione dell’autore, un estratto da L’Italia non è più italiana. Così i nuovi predoni ci stanno rubando il nostro Paese, libro di Mario Giordano, uscito da poco per Mondadori. Per una settimana, tutte le sere, sul nostro sito troverete un teaser, una piccolo boccone del libro appena uscito. Ecco la sesta puntata.

È indiscutibile che, fra avvertimenti, bollini e semafori vari, il cibo italiano sia sotto attacco. E perché è sotto attacco? Perché è d’impaccio nella grande trasformazione in atto nel sistema alimentare. Non la conoscete? Dai prodotti dei campi a quelli dei laboratori, cioè dal cibo naturale a quello artificiale, che costa meno, rende di più e si può controllare meglio. Alcune battaglie sono già state vinte (pensate alla sostituzione, ormai quasi completa, dello zucchero con l’aspartame). Delle altre abbiamo avuto riflesso con decisioni dell’Unione europea che sembravano (sembravano!) assurde: ricordate per esempio i regolamenti che permettevano di produrre vino senza uva, cioccolato senza cacao e mozzarella senza latte? Ricordate le direttive che mettevano al bando il lardo di Colonnata ma ammettevano l’uso di aromi artificiali per l’affumicatura della carne e del pesce, come il gustosissimo Scansmoke Pb1110 o lo Zesti Smoke Code 10? Come si fa a preferire lo Zesti Smoke Code 10 al lardo di Colonnata? O al missoltino del lago di Como essiccato al sole?

C’è una spiegazione a tutto, in questo mondo. E la spiegazione, in questo caso, è sotto i nostri occhi. Anzi, sotto i nostri denti. Arriva a tavola la Chimica del Nord, per il Parmigiano Reggiano non c’è più posto. E per l’olio d’oliva neppure. Il miele integrale? Il gorgonzola? La frittura di paranza? Il minestrone di zia Peppina? I casoncelli o le orecchiette fatte a mano? Solo reperti di nostalgia da seppellire sotto l’avanzata del cibo standard, globale, riproducibile in vitro, magari un po’ tofu, strizzando l’occhio alle nuove mode, etiche ed etniche, comunque artificiali, Pb1110 o Code 10, aromi sintetici e gusti serializzati, con tanti insetti di contorno, che pure quelli si possono clonare facilmente in laboratorio. «C’è un gioco sporco delle multinazionali contro il made in Italy» denuncia il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, in un’intervista sul «Sole-24 Ore» (21 novembre 2018).

E parla di «chimicizzazione» del cibo. Ma sì: il piatto chimico è pronto. A che servono pasta, olio e parmigiano? È la nuova tavola uniforme mondiale, il Pranzo Unico Globale, perfetto per la grande industria. E che non lascia spazio agli agricoltori, legati invece alla terra, alla tradizione, alla qualità del prodotto tipico, alla specialità locale. Tutte cose, ovviamente, da spazzare subito via. In effetti, nello spazzare via gli agricoltori italiani siamo già sulla buona strada….

Mario Giordano, L’Italia non è più italiana. Così i nuovi predoni ci stanno rubando il nostro Paese

(6.Segue)

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