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Il Premio Berlin a… Luciano Canfora

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Degli intellettuali nostalgici del comunismo (ma non dell’URSS) e del giacobinismo, l’antichista Luciano Canfora può considerarsi il degno capofila. Nel denso volume La democrazia. Storia di un’ideologia (Ed.Laterza), ha sferrato un attacco alla libertà liberale che ricorda i bei tempi della critica francofortese al “sistema” (borghese capitalistico). Partendo dal principio che la democrazia è eguaglianza e che i sistemi misti che ormai governano le società occidentali non si distinguono sostanzialmente dalle vecchie democrazie popolari (giacché al dominio di un partito hanno sostituito quello dei beati possidentes), Canfora scrive che la ‘libertà (tra virgolette) “sta sconfiggendo la democrazia.”: la libertà beninteso non di tutti, ma quella di coloro che, nella gara, riescono più forti’(nazioni, regioni, individui). La libertà rivendicata da Benjamin Constant con il significativo apologo della ‘ricchezza’ che è ’più forte dei governi’; o forse anche quella per la quale ritengono di battersi gli adepti dell’associazione neonazista newyorkese dei ‘Cavalieri della libertà’”. E’ la rinnovata denuncia del ‘mito della liberà individuale da Constant a Hitler’, di cui discettava nel 1977 un altro antichista Antonio Capizzi.

Ci troviamo agli antipodi rispetto al mondo di Isaiah Berlin, forse il più grande filosofo liberale del ‘900. Nei Quattro saggi sulla libertà Berlin, teorico del primato della ‘libertà negativa’ (quella che risponde alla domanda: quante porte mi sono aperte?) rilevava: ”Coloro che sono ossessionati dal fatto che la libertà negativa sia di poco valore senza le condizioni sufficienti per esercitarla attivamente o senza che siano soddisfatte le altre aspirazioni umane, sono inclini a ridurne l’importanza (…) a dimenticare che senza la libertà negativa la vita umana, sia quella della società sia quella degli individui, si inaridisce”.

Che l’altro Premio Berlin (assegnato non dall’Associazione Culturale Isaiah Berlin, costituitasi per diffonderne il pensiero, ma dal Centro Internazionale di Studi Italiani) sia stato conferito quest’anno proprio a Luciano Canfora fa un certo effetto. E’ come se si fosse dato il Premio Lenin a Giovanni Sartori o il Premio Luigi Einaudi a Enrico Berlinguer. Ma in Italia può accadere di tutto.

Dino Cofrancesco, 10 settembre 2021

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