Zanzara tigre

Il preside elogia l’Esercito? Cruciani: “Lo accusano di fascismo”

Nell’ultima puntata della Zanzara, Giuseppe Cruciani ha commentato così la vicenda del gioielliere Roggero, le folli accuse ad un preside di Roma e la polemica moralista nei confronti del foto-calendario hot.

“Immagina questa scena – ha esordito Cruciani –  Due persone sono in carcere. Un tizio, in carcere per aver ammazzato un commerciante durante una rapina, si rivolge a un suo compagno di cella: ‘Scusa, ma tu perché sei in carcere con noi?’ E l’altro gli dice: ‘Perché ho subito una rapina’. Vi pare normale? Questa è la scena che si potrebbe presentare tra qualche anno. Un signore che ha subito una rapina, che si mette a parlare in carcere con un altro che gli dice, ‘ma tu perché sei qui?’ Questo volete voi.”

Il secondo punto riguarda il preside del liceo Montale di Roma. Cruciani ha commentato: “Il preside di una scuola, dopo che gli studenti hanno fatto un’irruzione di notte dentro la presidenza, ha reagito chiamando i carabinieri. Ha reagito chiamando i carabinieri, per fortuna. E, dopo che hanno trovato danni in questa scuola, il preside ha scritto: ‘Le forze dell’ordine sono il fondamento di sicurezza della patria’. È accusato di essere fascista. Io lo voglio abbracciare fortissimo. Venga il più presto possibile in questa disgraziata trasmissione.”

Infine, Cruciani ha parlato commentato la polemica nata dal calendario 2024 ritraente donne in bikini. Ha detto: “Nel 2024, c’è ancora qualcuno che pensa che fare un calendario con delle donne in bikini sia un delitto all’autorità femminile o al femminismo. Io voglio incorniciare le parole che ci ha detto ieri in questa trasmissione una delle protagoniste. Perché le uniche titolate a parlare sono proprio le donne di quel calendario. Ha detto che è stata retribuita, troppo poco, 300 euro, per fare quel lavoro. E poi ha detto una frase fondamentale. ‘Noi decidiamo di fare quello che vogliamo del nostro corpo’. Tutti i moralisti del ca*** che hanno parlato in queste ore dovrebbero stare zitti di fronte a quelle parole.”