Il rettore choc: 27 poliziotti feriti, ma lui parla di “scontrini”

La sparata di Stefano Bronzini dell’Università di Bari: “Parlare di scontri mi sembra eccessivo”. E spuntano i leader delle zuffe con gli agenti

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25 poliziotti e 2 carabinieri: questo il bilancio dei feriti degli scontri con gli studenti alla Sapienza di Roma. Ma attenzione, perché il solone è sempre dietro l’angolo. Quanto andato in scena, infatti, secondo qualche rettore non dovrebbe essere catalogato come violenza, ma come uno “scontrino”, senza stare lì a ingigantirla più di tanto.

Il rettore in questione è Stefano Bronzini, gran capo dell’Università di Bari, tra gli atenei che hanno rotto i legami con Israele per le proteste di poche decine di attivisti di estrema sinistra. Ecco la sua versione dei fatti romani ai microfoni della Stampa: “Vuole la verità? Ho pensato che sono degli scontrini, mi sembrano molto ingigantiti. Sono gruppi con cui nella mia università abbiamo dialogato. Si sono dimostrati civilissimi, sono venuti in Senato accademico a fare le loro prolusioni. Non condividevo nulla di quello che dicevano ma in un’università statale bisogna garantire che possano dirlo. A me non interessa come vengono posti certi temi, non m’importa che qualche parola sia pronunciata a sproposito ma sono temi con cui l’università si deve confrontare”.

La violenza va sempre condannata e non manca la solidarietà alla rettrice Polimeni, ma per Bronzini bisogna fare attenzione alla narrazione scorretta da parte dei mezzi di informazione. Ovviamente il racconto è favorevole agli studenti e non agli agenti, per i quali non è stata spesa neanche una parola di vicinanza. Ma questa non è una novità. Nel dialogo con il quotidiano torinese, Bronzini – lo stesso della schedatura di chi collabora con Israele – ha aggiunto: “Mi preoccupa di più il clima complessivo del Paese e di sicuro non sono le università i luoghi più accesi […] Io non ho ceduto ad alcuna pressione. Ero stato invitato ad aderire a Med-Or in modo soggettivo non in quanto rettore dell’Università di Bari. A un certo punto non mi sono ritrovato e mi sono potuto dissociare senza passare attraverso gli organi dell’università”.

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Coccolati e difesi, ma chi c’è dietro chi attacca e provoca polizia e carabinieri? Come evidenziato dal Corriere della Sera, a soffiare sul fuoco della rivolta contro Israele negli atenei ci sono molte facce conosciute. A proposito degli “scontrini” alla Sapienza, sono stati individuati cinque esponenti storici dell’anarchia romana, tutti ultracinquantenni, già noti per la battaglia a sostegno di Alfredo Cospito. Ma mica è tutto. Nel gruppone, oltre a vecchi militanti dell’Autonomia e dell’antagonismo capitolino come Daniele Pifano e Nunzio D’Erme, è stato pizzicato Jehad Othman, un estremista palestinese rifugiato in Italia. Il 62enne è un rappresentante dell’Unione democratica arabo palestinese, associazione a cui risulta iscritto pure Mohammed Albarsi Ali Junmah, lo studente libico responsabile del danneggiamento di un’auto della Digos. Però rettori & Co. continuano a coccolarli…

Franco Lodige, 18 aprile 2024

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