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Il risultato della scuola woke: gli studenti sono diventati ignoranti

© maroke, inkdrop e Golib tramite Canva.com

Esiste veramente. Molti progressisti considerano il termine “woke” come un’invenzione della destra; una narrativa fittizia mirata a screditare i temi legati all’antirazzismo e alla giustizia sociale. Sarà anche. Poi però si scopre che, in California, una scuola pubblica (la Glassbrook Elementary School, ad Hayward, vicino San Francisco) ha versato 250mila dollari ad un’organizzazione chiamata Woke Kindergarten (letteralmente Asilo Woke) per servizi di supporto educativo. Hanno anche un sito.

Vediamo quali sono le loro proposte pedagogiche. “Potere ai piccoletti”, proclama subito la home. E fin qui può anche andare. Il bello arriva poco più sotto. “Sosteniamo bambini, famiglie, educatori e organizzazioni nel loro impegno per un’educazione primaria abolizionista e pro-Nera e per la liberazione queer e trans.” La fondatrice dell’organizzazione è una giovane nera dai capelli viola, Akiea Gross (pronomi “essi/loro”, specifica). Si presenta come una organizzatrice culturale “attualmente impegnata nello sviluppo di innovativi metodi pedagogici per resistere, curare e liberare”.

Le parole del giorno da insegnare ai piccoletti sono “sciopero”, “antirazzismo”, “protesta”. Vengono presentati una serie di interrogativi woke da inculcare nei piccoletti. Cose come: “Se abolissimo la proprietà delle case, come faremo a dare a tutti un’abitazione accessibile?” Oppure: “Come fare per restituire ai nativi la terra che gli è stata rubata”. C’è pure una sessione specifica sulla Palestina libera e, naturalmente, una delle parole del giorno è “cessate il fuoco”. In bella mostra sulla home un opuscolo intitolato “La tua prima manifestazione di protesta! Guida sensoriale per bambini”.

È, dopotutto, la solita accozzaglia della sinistra militante che ha ormai infestato il mondo dell’educazione anche a livello accademico. Basta pensare a tutti i curricula universitari che, da Harvard a Princeton, usano il termine “decolonizzazione”. In questo caso, la prode Akiea Gross ci ha guadagnato un contratto di tre anni, pagati dall’odiato stato colonizzatore degli Stati Uniti e dai suoi contribuenti, in buona parte bianchi. Dopo due anni, cosa è successo alla Glassbrook? La scuola fa parte di un distretto relativamente povero, frequentato in maggioranza da bambini di origine ispanica.

Alcuni genitori avrebbero preferito investire i fondi pubblici in un programma di supporto più tradizionale. Qualcosa come attività di calcolo e assistenza alla lettura. Che retrogradi! Seguendo il parere dell’illuminato corpo docente si è deciso di incaricare il Woke Kindergarden nella convinzione che un programma antirazzista e militante sarebbe stato più indicando per studenti non bianchi.

“Siamo impegnati al 100% nell’abolire un sistema di oppressione che blocca e trattiene i nostri studenti. Crediamo che sia giusto scegliere i programmi di sostegno in base al loro lavoro e alla loro efficacia”, ha spiegato il sovrintendente del distretto scolastico. E quindi, dopo due anni di lavoro, quali sono i risultati? I punteggi di inglese e matematica della Glassbrook hanno registrato nuovi minimi la scorsa primavera. Meno del 4% degli studenti sono risultati proficienti in matematica. Il 4! E poco meno del 12% hanno raggiunto un livello ritenuto sufficiente di inglese. Una diminuzione di circa 4 punti percentuali in ciascuna categoria.

Si tratta di studenti svantaggiati, provenienti da un distretto relativamente povero, che ora saranno ancora più svantaggiati. Ma almeno questi futuri cittadini di Hayward, incapaci di leggere e di fare due conti, sono stati catechizzati e sanno con chi prendersela. Se non sanno leggere, sono capre in matematica e non trovano lavoro la colpa sarà sempre dei bianchi, del razzismo, della polizia e pure di Israele.