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Il sagrestano (Somerset Maughan)

Ci sono due principi che vanno a braccetto nel liberalismo austriaco, o che potremmo definire classico. Il primo è il cosiddetto individualismo metodologico: un modello di interpretazione dei fenomeni sociali, compresi ovviamente quelli economici, per cui i fenomeni collettivi sono prodotti di «atteggiamenti, azioni, credenze individuali». Quando Margaret Thatcher diceva che la società, il sindacato non esistono, non faceva altro che leggere Hayek in termini politici. Diretta conseguenza di questo paradigma è la difficoltà di prevedere le conseguenze delle diverse azioni pubbliche, il principio dell’eterogenesi dei fini: ci sono troppe variabili in gioco per comprendere in anticipo i risultati di attività deliberate dall’alto o da pochi.

I fenomeni sociali sono difficili da governare e persino da prevedere. Ciò non vuol dire che non ci siano tendenze, ipotesi (da verificare), ma gli uomini e i loro “destini” seguono strade difficilmente pianificabili. Anche la più classica, studi dunque farai carriera, non è scontata. Probabile, ma non certa. E soprattutto è una equazione che non è dotata di controprova: cosa sarebbe successo se non avessi studiato?

Abbiamo preso questo esempio perché nella rubrica di oggi vogliamo riportare una breve favola, Il sagrestano di Somerset Maughan (scrittore, agente segreto di Sua Maestà, ispiratore del personaggio di James Bond). Siamo debitori ad Alberto Mingardi per avercela ricordata e per chi volesse ne può trovare anche una versione su youtube che dura una quindicina di minuti. È una Favola delle api, in salsa ottocentesca. Il sagrestano della vecchia parrocchia non sa né leggere né scrivere. Il nuovo vicario, sbalordito, gli mette davanti un aut aut: o impari o ti licenzio.

Il sagrestano, dai tratti aristocratici, dopo sedici anni è così costretto a mollare la sua tonaca e si incammina sconvolto verso casa. Sbaglia strada e, alla ricerca di un negozietto dove acquistare qualche sigaretta, per smaltire l’arrabbiatura, non ne trova. Da qui la sua idea di mettere su uno spaccio di tabacco. Con il tempo ne apre diversi e riesce a mettere da parte una fortuna. Quando un banchiere scopre che il suo ricco correntista è analfabeta esclama: «Non voglio immaginare cosa sareste diventato se aveste avuto una modesta istruzione». E l’ex uomo di chiesa ora milionario immediatamente gli rispose: «è presto detto: sarei stato il sagrestano di una piccola parrocchia».

In questa piccola storia c’è molto di austriaco. La storia del sagrestano non è l’eccezione, è la regola del mercato, che non funziona grazie a un piano generale deliberato da qualcuno, nonostante in molti lo credano, ma grazie alle inimmaginabili interazioni istantanee tra miliardi di persone.

Nicola Porro, Il Giornale 29 agosto 2021

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