Politiche green

Il “sussulto elettrico” e il caos rinnovabili: la verità sul blackout in Spagna

Era scontato che prima o poi il sistema sarebbe collassato. Adesso bisogna rallentare la transizione energetica o saranno guai

Sanchez spagna green2 Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

A seguito del blackout in Spagna, in attesa dei risultati dell’inchiesta in corso, si susseguono congetture più o meno verosimili. Tra questa moltitudine di voci, ho selezionato l’analisi più dettagliata ed equilibrata che ho trovato, pubblicata nella chat di Mark Nelson.

Mark W. Nelson è fondatore e Amministratore Delegato di Radiant Energy Group. Ha conseguito un Master in Ingegneria Nucleare presso l’Università di Cambridge ed è stato consulente per l’industria dell’energia pulita e per organizzazioni ambientaliste in tutto il mondo. Il suo lavoro analitico è stato recensito dal New York Times, dal Wall Street Journal e dai principali quotidiani europei.

Di seguito riporto il contenuto della chat:

BLACKOUT IN SPAGNA: IL PUNTO DI VISTA DI UN ESPERTO ANONIMO (SPAGNOLO)

Da una chat di gruppo approfondita, ieri sera, tradotto dallo spagnolo, scritto da un esperto in trasmissione e distribuzione di energia. Non sono parole mie.

Ciò che è accaduto il 28 aprile ha un’origine ben precisa: il corridoio Aragón-Catalonia, una delle principali autostrade elettriche in Spagna. Qui transita non solo l’elettricità prodotta dai nostri impianti solari ed eolici nel nord-est, ma anche quella importata dalla Francia. Questa interconnessione internazionale, sebbene limitata (può coprire solo il 3% della nostra domanda, ben al di sotto del minimo del 10% stabilito dall’UE), è essenziale in momenti di stress per bilanciare la rete.

Alle 12:32, nel corridoio Aragón-Catalonia si è verificato un ‘sussulto elettrico‘. Cosa significa esattamente ‘sussulto’? Significa che, improvvisamente e in modo anomalo, la potenza che scorreva attraverso quelle linee ha iniziato a variare violentemente, salendo e scendendo in un tempo molto breve. Tale variabilità improvvisa può essere dovuta a tre cause principali:

– Un relè o un trasformatore su quell’autostrada elettrica rileva un flusso di corrente o tensione anomala (superiore o inferiore al previsto) e si scollega automaticamente per evitare danni. Questo si chiama ‘apertura’ di un relè o interruttore: scatta e interrompe il passaggio di elettricità per proteggersi.

L’elevata concentrazione di energia rinnovabile in quell’area (principalmente solare ed eolica) ha creato una risonanza elettrica: gli inverter elettronici (dispositivi che convertono la corrente continua, prodotta da pannelli solari e turbine eoliche, in corrente alternata, variandone ampiezza e frequenza) possono talvolta amplificarsi tra loro. Se una piccola alterazione di tensione (ad esempio, dovuta a nuvole, vento forte o un lieve guasto) si propaga come un’eco a tutti i dispositivi, si generano oscillazioni diffuse.

– Un ordine di controllo errato (per errore o attacco) è stato inviato dai sistemi SCADA (Supervisory Control and Data Acquisition), scollegando o riducendo la generazione di più impianti contemporaneamente. Non c’è ancora conferma di questa ipotesi, ma è in corso un’indagine.

Ciò che si sa è che, a seguito di quel sussulto, l’interconnessione con la Francia è saltata: siamo rimasti isolati proprio nel momento peggiore, quando la penisola aveva bisogno di supporto esterno per stabilizzarsi. Senza quell’aiuto francese, la frequenza della rete peninsulare (che dovrebbe essere sempre esattamente di 50 Hz) ha iniziato a scendere rapidamente. La frequenza è come il battito cardiaco della rete: se scende troppo, i sistemi interpretano che la rete stia collassando e si scollegano automaticamente per non autodistruggersi. Così, in soli cinque secondi, gli impianti solari ed eolici — molto sensibili alle variazioni di frequenza — si sono spenti, causando la perdita improvvisa di 15 GW di potenza (il 60% dell’elettricità generata in quel momento). La rete non ha retto: è collassata completamente, mostrando sulla piattaforma Redeia (REE) un ‘0 MW’ a livello nazionale. Ciò non significa che tutte le turbine fossero fisicamente ferme, ma che nessun generatore era sincronizzato alla frequenza comune di 50 Hz. Era, a tutti gli effetti, un paese spento.

Per riaccendere una rete completamente morta, è necessaria una cosa essenziale: centrali che possano avviarsi in nero, cioè senza ricevere energia da altre fonti. La Spagna ha identificato cinque grandi centrali idroelettriche capaci di farlo. Tuttavia, ed ecco una delle gravi negligenze emerse, tre di queste cinque erano ferme per manutenzione programmata, per decisione aziendale supervisionata dall’amministrazione. Solo due erano operative. Questo ha reso il recupero molto più lento e debole rispetto a quanto previsto in un normale piano di contingenza.

Il risultato è che, dopo quasi 10 ore, è stato recuperato solo il 35-40% dell’approvvigionamento nazionale, e vaste aree sono rimaste al buio o soggette a tagli programmati. La situazione rivela un problema di fondo molto grave: la Spagna è ancora un’isola energetica, con solo il 3% di capacità di scambio con l’estero rispetto alla sua domanda totale.”

In breve: una variazione repentina nel punto più sensibile della rete elettrica spagnola – il corridoio Aragón-Catalonia, porta d’accesso all’Europa – ha lasciato la penisola isolata e vulnerabile. La rete non è riuscita a sostenere la propria domanda perché priva di assistenza sufficiente, riserve fisiche stabili (fonti energetiche inerziali) e un numero adeguato di centrali prontamente avviabili. Tre dei cinque impianti idroelettrici erano fuori servizio proprio quando erano più necessari.

Probabilmente è per questo che la Spagna si è spenta in cinque secondi.

L’evento dovrebbe spingere a una seria riflessione sull’opportunità di rimodulare i tempi per raggiungere la completa transizione verso le fonti rinnovabili (o meglio, da rinnovare ogni decennio circa, per la gioia della Cina) o, addirittura, di rivedere completamente il progetto, per evitare le sempre più probabili implosioni di parti della rete elettrica europea. D’altra parte, per chi segue questo sito, appare chiaro che l’evento era prevedibile. La domanda non era se, ma quando. Nel frattempo, la Cina sta aggiungendo quantità record di capacità di energia a carbone e nucleare [1].

Carlo MacKay, 29 aprile 2025

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis).

Iscrivi al canale whatsapp di nicolaporro.it
la grande bugia verde

SEDUTE SATIRICHE