Politica

Lo scherzetto dei giudici: la mossa per ri-arruolare le toghe anti-Albania

La norma sposta le competenze alla Corte di Appello. E a Roma il presidente va a pescare dalle sezioni immigrazione che hanno bocciato i trattenimenti

meloni albania Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

Regolina che fai, scappatoia che trovi. Avete presente i centri in Albania, la promessa del governo di farli “fun-zio-na-re” costi quel che costi e lo scontro con i giudici che ne hanno di fatto reso impossibile l’utilizzo fino ad oggi? Bene. È vero che la Cassazione ha dato ragione al governo sulla competenza governativa di stabilire la lista di “Paesi sicuri” ma è anche vero che i giudici della Corte hanno anche lasciato in capo ai magistrati il compito di valutare il singolo caso. Tradotto: l’inciampo resta dietro l’angolo, soprattutto perché la Corte di Appello di Roma ha ben pensato di fare un mezzo scherzetto all’esecutivo. Quale? Ha arruolato tra le sue fila le stesse toghe della sezione immigrazione che sin qui hanno svuotato i centri albanesi.

Lo scorso 9 dicembre l’esecutivo aveva approvato un emendamento per “svuotare” dalle competenze le sezioni immigrazione dei tribunali in modo da spostare la competenza sui trattenimenti nei centri di rimpatrio, siano essi in Italia o all’estero, alle Corti di Appello. Lo stesso dicasi per i reclami dei dinieghi alla protezione internazionale. La sezione più importante è ovviamente quella di Roma, che deve valutare i casi dei migranti portati in Albania. E cosa ha fatto il presidente Meliadò? Ha arruolato quattro magistrati precedentemente adibiti alle sezioni ora eliminate, insistendo sul fatto che tale decisione non rappresenti un atto di opposizione alla politica, bensì l’unica risposta tecnicamente fattibile di fronte a un’improvvisa emergenza legata all’aumento di procedimenti per la protezione internazionale.

“Nel 2023 la sezione protezione internazionale” di Roma, ha spiegato Meliadò, “aveva emesso 693 provvedimenti di convalida e al 18 novembre del 2024 ne erano stati emessi 664”. Numeri a cui la Corte di Appello, secondo loro, “è impossibilitata a far fronte con i suoi attuali organici a queste nuove competenze che determinano una vera e propria situazione di emergenza per l’ufficio”. Da qui la richiesta di nuovo personale tra i magistrati di primo grado. E indovinate chi ha risposto? Esatto: gli stessi giudici che negli scorsi mesi erano in forze alla sezione immigrazione.

Si tratta, ha spiegato il Repubblica, di Antonella Marrone, Maria Rosaria Ciuffi, Cecilia Cavaceppi e Giuseppe Molfese che “hanno una specifica competenza”. La Marrone, per onor di cronaca, non è solo una delle magistrate che hanno già bocciato i trattenimenti in Albania ma anche la toga che aveva condiviso un post decisamente critico contro la Meloni. Per la precisione aveva scritto: “Ah, non sono la rabbia, l’ego, l’ambizione e l’invidia a muoverla? Sentendola parlare con quel vocione rabbioso mi sembrava l’opposto ma mi sarò sbagliata…”.

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