Economia

Il vero motivo per cui l’Italia non vuole pagare il gas in rubli - Seconda parte

Se la Cina riceve rubli non è sicura di quando e come e per quanto rivenderli se si tratta di grosse quantità, perché è una valuta minore, che finora si svaluta spesso e per cui c’è poco mercato al di fuori della Russia. Ma se ora la Cina sa che paesi come la Germania, la Francia e l’Italia devono andare sul mercato dei cambi, tramite banche russe, per comprare rubli ogni giorno per avere il gas, allora la cosa cambia. La Cina sa che ogni giorno arriveranno tedeschi, francesi o italiani a comprare rubli e quindi può rivendere i rubli che ha ottenuto vendendo cellulari Hauwei in Russia direttamente a loro. Non è detto che la Cina lo faccia ovviamente, per ora è solo la Russia che insiste per ricevere rubli invece di euro o dollari. Però è probabile che il rublo diventi una valuta più stabile grazie al flusso giornaliero di acquisti di rubli da parte di europei.

Come abbiamo mostrato sopra nello schemino, in teoria d’ora in poi Cina e Russia possono scambiare direttamente in yuan e rubli tra loro, evitando di usare euro e dollari come fanno adesso (soprattutto dollari). Se ci si fidasse reciprocamente potremmo farlo anche adesso, ma il fatto di introdurre un meccanismo automatico per cui il gas (e poi altre materie prime russe) vengono ogni giorno pagate in rubli, assicura un mercato dei cambi per il rublo più ampio e un cambio più stabile. Non sarà più a discrezione dei russi ricevere dollari ed euro e poi cambiarli in rubli. Adesso saranno i tedeschi e gli italiani che garantiscono di comprare rubli ogni giorno.

Petrolio, minerali e cereali…

Bene, se si è seguito fino qui il nostro ragionamento si capisce perché ci sia tanta resistenza da parte dei leader occidentali, perché sembra che stiamo rischiando di restare senza gas per un semplice cambio di valuta. Sotto l’apparenza di un semplice cambio di valuta per un pagamento il cui controvalore non cambia, in realtà la Russia sta cercando, assieme alla Cina, di far usare le loro valute invece del dollaro ed euro. Questo è solo un inizio, poi lo stesso schema sarà applicato al petrolio, ai minerali e ai cereali. E altri paesi che producono materie prime possono essere interessati.

Il dominio di una valuta nel mondo è una questione in realtà molto grossa. Se tutti sono obbligati ad usare di fatto dollari o euro o sterline e poi c’è un conflitto anche indiretto questi soldi, come si è visto, possono essere sequestrati in un attimo. I dollari o euro o sterline non sono soldi contanti o oro, sono in realtà entrate contabili nei conti delle banche occidentali. Legalmente non sono soldi “depositati”, non sono soldi in cassetta di sicurezza di cui tu hai la chiave. In realtà sono prestiti alle banche, che devono restituirteli. Se però le banche ricevono ordini dai rispettivi governi, questi soldi possono essere congelati o sequestrati o sparire e non li vedi più.

La Russia e la Cina, e forse altri paesi (non solo Venezuela, Afghanistan e Iran a cui li hanno già sequestrato i soldi) stanno, insomma, ora pensando di come liberarsi dal sistema monetario occidentale. È solo un inizio, ma in realtà la questione che ci sta sotto, il dominio del dollaro e del sistema finanziario occidentale nel mondo, è una faccenda molto molto importante.

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