Politica

Ilaria Salis, sondaggio-bomba: tira una brutta aria alle Europee

Ilaria Salis rischia grosso. L’insegnante italiana, attualmente in prigione in Ungheria per accuse di violenza, si è candidata con Alleanza Verdi e Sinistra ma non è detto che la lunga corsa verso l’immunità parlamentare sia così semplice.

La decisione di Avs, guidata da Bonelli e Fratoianni, di supportare la sua candidatura alle elezioni europee le permetterà di essere capolista nel Nord-Ovest. Tuttavia, Roberto Salis, il padre di Ilaria e principale negoziatore per la sua candidatura, aveva sperato in un supporto dal Partito Democratico, che avrebbe offerto maggiori garanzie di successo elettorale.

Recenti sondaggi di Tecné, mostrati ieri sera a Quarta Repubblica, dicono infatti che Alleanza Verdi e Sinistra potrebbe non superare la soglia del 4% necessaria per entrare in Parlamento Europeo, mettendo a rischio l’elezione di Ilaria Salis. Non solo. Anche qualora Bonelli e Fratoianni riuscissero a far scattare qualche seggio, non è detto che Ilaria ne prenderebbe uno: secondo Carlo Buttaroni di Tecné, infatti, quello del Nord Ovest dove è candidata l’attivista è “il più difficile” per Avs. Questo scenario complicherebbe la sua situazione legale in Ungheria, come peraltro ammesso dal padre secondo cui senza elezione la figlia rischierebbe di essere “massacrata” in carcere.

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E questo solleva diversi interrogativi, uno in particolare: siamo sicuri che la candidatura sia stata una mossa saggia? Il governo, in particolare con Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha più volte invitato la famiglia e la sinistra a non politicizzare la questione. Primo, perché l’Italia non può fare pressioni particolari sui tribunali di uno Stato estero. Ma di certo trasformare Ilaria nella nuova Tortora ungherese non aiuterà a distendere gli animi decisamente tesi con le autorità ungheresi. I domiciliari negati pochi mesi fa ne sono la dimostrazione: montare il caso mediatico, con tanto di immagini di Ilaria portata con gli schiavettoni in aula, non la hanno aiutata ad ottenere la scarcerazione.

Senza l’immunità che deriverebbe dall’elezione, le possibilità di liberazione di Salis si assottigliano, lasciandola in una condizione di incertezza sia legale che politica.

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