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Imane Khelif, il Cio sbarella: “Non esiste un modo per distinguere uomo e donna”

Imane Khelif vince l’oro. Il presidente Thomas Bach: “Se qualcuno ci presenta un sistema scientificamente solido…”. E così rimette tutto in discussione

Bach Olimpiadi imane khelif

Il bene che trionfa sul male, i caroselli della sinistra e della galassia Lgbt, il finale mieloso che piace a tanti, se non a tutti. Imane Khelif ieri sera si è laureata campionessa olimpica di boxe nella categoria 66 kg: sul quadrato allestito al Roland Garros: sconfitta la cinese Yang Liu e medaglia d’oro. Un successo destinato a fare discutere, considerando le polemiche sorte sin dall’incontro con l’italiana Angela Carini. Come ormai ben sappiamo, la venticinquenne – così come la taiwanese Lin Yu-Tang – era stata esclusa dai mondiali di pugilato per l’elevato tasso di testosterone. L’Iba – organizzatrice del torneo – fu scomunicata un anno fa dal Cio, che ha invece concesso il via libera alle due atlete a competere con le donne. Ma attenzione agli ultimi sviluppi.

Il comitato olimpico ha difeso a spada tratta la Khelif e la Lin, ribadendo che entrambe sono donne e che hanno assoluto diritto a competere con le donne, con buona pace dei cromosomi XY registrati nei test dall’Iba. Negli ultimi giorni non sono venuti meno i botta e risposta al vetriolo, ma il Cio proprio ieri con il presidente Thomas Bach ha commesso un clamoroso autogol, tale da riaprire ogni discussione su intersex, cromosomi e testosterone: secondo il numero uno del Cio, non esisterebbe un sistema scientifico sicuro per differenziare gli uomini dalle donne. E anche in base a questa teoria è stato dato il via libera alle due atlete. E allora come fa ad essere sicuro che sia l’algerina che la taiwanese siano due donne?

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Nella conferenza stampa di ieri, Bach ha prima specificato che la partecipazione di Khelif e Lin alle competizioni femminili non era legata a un discorso di questione, ma di giustizia: “Le donne devono poter prendere parte alle gare femminili. E loro sono donne”. Ma poi ecco l’autorete: “Non è così facile come dicono alcuni in questa guerra culturale che XX o XY sia la chiara distinzione tra uomini e donne, scientificamente non è più vero. Quindi queste due sono donne e hanno il diritto di partecipare alla competizione femminile”. Sono donne, sì, ma la distinzione è impossibile. Ma allora come si fa ad avere certezze?

E ancora, poco dopo: “Se qualcuno ci presenta un sistema scientificamente solido per identificare uomini e donne, noi siamo i primi a farlo. Non ci piace questa incertezza, non ci piace per la situazione generale, saremmo più che lieti di approfondire la questione”. Insomma, si va dalla verità in tasca all’incertezza più totale. Del resto alle considerazioni dell’Iba non sono state contrapposte prove, ma parole. E difficilmente verrà messo un punto alla vicenda senza un chiarimento definitivo, che non lascia margini di interpretazione.

Franco Lodige, 10 agosto 2024

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