Tutti si stanno ovviamente chiedendo: che Papa sarà, Robert Francis Prevost? Un “bergogliano”, cioè uno che seguirà le orme del predecessore, oppure un conservatore? O forse una figura di mezzo?
Difficile dirlo, anche se qui abbiamo analizzato alcune sue posizioni del passato su questioni cruciali e spesso divisive. È possibile che il Collegio del Cardinali abbia scelto un Papa di mediazione tra le tante, a volte avverse anime della Chiesa Universale. Ma se i simboli contano, e in San Pietro contano eccome, nel modo in cui Leone XIV si è presentato alla Loggia delle benedizioni per salutare i fedeli forse possiamo già notare qualche segnale.
Di Papa Francesco sono sempre stati sottolineati due punti fondamentali: primo, la decisione di parlare a braccio e di salutare tutti in modo colloquiale; e secondo la scelta di portare una croce d’argento e non il classico crocifisso d’oro. Inoltre, Bergoglio si affacciò al balcone indossando solo la veste talare bianca e con le scarpe nere invece delle tradizionali babbucce rosse.
Leone XIV invece è tornato alla tradizione dell’abito corale, proprio come Benedetto XVI. Oltre alla mozzetta rossa, cioè la mantellina corta e chiusa coi bottoni, che richiama la dignità pontificia e il ruolo di pastore della Chiesa, Prevost ha sfoderato anche la croce pettorale d’oro che invece Bergoglio aveva lasciato da parte. La croce simboleggia l’autorità spirituale del Papa e dei vescovi: Benedetto XVI disse che “non è un ornamento, né un gioiello”, ma “il simbolo prezioso della nostra fede, il segno visibile e materiale del legame con Cristo”. A questo si è aggiunta anche la stola pontificia, già indossata da Giovanni Paolo II e da Ratzinger che invece Francesco non aveva alla sua prima apparizione. La stola simboleggia l’autorità sacerdotale e rappresenta il potere papale e sacerdotale nel loro ministero. Resta da capire se Prevost tornerà anche alle scarpe rosse (dalle immagini che vedete qui sotto sembra di no) e, soprattutto, ad abitare al Palazzo Apostolico.
A cucire per lui la veste talare è stato il sarto ecclesiastico romano Raniero Mancinelli: “Per farla – ha raccontato – servono circa cinque metri di tessuto, perché c’è anche la mantellina. Il tessuto che ho usato questa volta è un fresco lana leggero, da 220 grammi al metro quadro, che usava anche Papa Francesco. Non è un gran tessuto pregiato, ma è pura lana italiana. Come regola, per la talare servono 33 bottoni, gli anni di Cristo. Ultimamente abbiamo ridotto un po’, per fare prima ad abbottonare e sbottonare”.
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