La Ripartenza

“Intercettazioni? Bene il dl Nordio: serve privacy, non gossip giudiziario”

Ginevra Cerrina Feroni, Vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, ai microfono di Nicolaporro.it

Sarà una rivoluzione, questo è sicuro. L’intelligenza artificiale, infatti, “non è un mezzo, è un mondo nuovo che impatta su tutto: economia, politica, rapporti, scuola, lavoro, sanità”. Ginevra Cerrina Feroni, Vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, è consapevole della portata storica di un cambiamento già in atto. “Dobbiamo attrezzarci a capire cosa sta succedendo in questa nuova era dei dati, soprattutto con l’intelligenza artificiale generativa”, spiega al riguardo, evidenziando come il nuovo strumento tecnologico sia foriero di grandi opportunità ma anche di pericoli da non sottovalutare. O meglio, da prevenire e gestire con oculatezza.

“I rischi, così come le potenzialità, sono enormi da entrambi i sensi, quindi lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sarà un fattore straordinario di sviluppo per il Paese, ma va regolato. E infatti siamo in attesa di leggere la versione ufficiale dell’AI Act, perché ha un impatto proprio sulle nostre democrazie, perché riguarda il potere: chi deterrà quelle leve di quella tecnologia, deterrà il potere sui cittadini”, ha osservato Cerrina Feroni ai microfoni di Nicolaporro.it. Ospite alla Ripartenza 2024 di Milano organizzata da Nicola Porro, la costituzionalista e Vice Presidente del Garante per la protezione dei dati personali aveva affrontato proprio il tema della privacy in riferimento all’immediato futuro alle conseguenze di una tecnologia (quella dell’intelligenza artificiale, appunto) che si nutre principalmente di dati.

Davanti alle nostre telecamere, Cerrina Feroni si è quindi soffermata sui risvolti in ambito giudiziario. “Sul tema della giustizia ci sono tantissime nuove applicazioni. Sul disegno di legge Nordio, come Autorità abbiamo dato un parere positivo. Ad esempio, sul tema delle intercettazioni riteniamo che sia giusta la strada per recuperare la privacy di soggetti terzi coinvolti in intercettazioni il cui uso spesso non è per finalità processuali ma per finalità di non interesse pubblico. Quindi non cronaca processuale ma gossip e su questo c’è un problema molto grosso”, ha dichiarato l’avvocato.

Poi un ulteriore sguardo ai possibili cambiamenti in arrivo. “Ora con l’intelligenza artificiale le sentenze non le faranno neanche più i giudici, perché le potranno fare gli algoritmi, che già sono addestrati”, ha chiosato Cerrina Feroni, riferendosi a una serie di potenziali applicazioni della tecnologia in questione. Sarà meglio così? “Per certe cose – se ben costruito, quindi senza pregiudizi e senza ‘bias’ (distorsioni, ndr) di partenza – l’algoritmo potrà anche rendere un servizio rispetto al quale abbiamo delle aspettative”, ha aggiunto la professoressa.

Ci siamo infine soffermati sul tema del rapporto tra magistratura e politica. “Talvolta la magistratura è intervenuta a supplire delle lacune del decisore politico perché, se non si decide di fare delle leggi, i casi della vita portano a trovare delle soluzioni. La politica deve dunque riprendersi il proprio ruolo decisore”, ha commentato la costituzionalista.

Marco Leardi, 20 febbraio 2024

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