E se stessero provando a sovvertire l’ordine democratico del Paese? La domanda è lecita: non bastano più certi salotti e allora ci si riversa nelle strade. Chissà, forse il Presidente del Consiglio lo ha compreso e ha preteso che l’Arma dei Carabinieri premiasse il maresciallo di Rimini che ha difeso sé e gli altri da una pericolosa aggressione. Diciamo che non ci sarebbe nulla di strano, ed anzi è legittimo ringraziare chi ha fatto il suo dovere rischiando la vita, ma finora le nostre Amministrazioni negli ultimi 20 anni mai avevano premiato prima delle pronunce giudiziarie (ed anzi dopo un fatto del genere mai avevano premiato proprio). Certamente ci sta tutto, ma se non fosse intervenuta Giorgia Meloni avremmo atteso qualche anno prima di una pronuncia (positiva naturalmente) nei confronti del collega.
Ecco, finalmente le cose stanno cambiando e grazie a questo governo si stanno mettendo al centro la Sicurezza e noi Operatori, fino a poco fa solo scudo sociale. La verità è che siamo stati finora noi lo scudo sociale della politica, che mai c’ha dato nulla ed ha solo preso! Voti, carriere, garanzie! Oggi, però, si parla di scudo penale nei nostri confronti. Bella ed importante novità, di certo non come la stanno raccontando certi personaggi che ci odiano e che ci remano contro: lo scudo penale non è come l’immunità parlamentare! Bisogna vergognarsi solo a pensarle certe cose. Noi Poliziotti non vogliamo alcuna immunità, a dirla tutta a me darebbe fastidio pensare di avere un’immunità, mi sembrerebbe di sporcare la Divisa che indosso. Si tratta solo di un protocollo che permetterebbe agli italiani di avere un po più di sicurezza, avere forze dell’ordine non più certe a priori di essere condannate ancor prima di finire il loro lavoro ma sicure almeno di finirlo con la consapevolezza di poter mettere in atto tutte le loro competenze con gli strumenti a disposizione!
Poi, per Italia Celere, per me, chi sbaglia paga. Quindi nessuna immunità, nessuno scudo, ma soprattutto e finalmente nessun pregiudizio nei nostri confronti. Parola composta da “pre” e “giudizio”… Fino ad oggi l’Italia, soprattutto quella della solita corrente anti-polizia, ci ha sempre condannato a priori! Ma sembra che il vento stia cambiando ora. Scudo penale, inteso non come immunità, e ddl Sicurezza ne sono la dimostrazione, le dichiarazioni della Meloni ancora di più! Ringraziamo il Presidente del Consiglio per la vicinanza che ci dimostra davvero, ma gli antagonisti non hanno capito che in realtà chi mostra vicinanza a noi poliziotti vuole soltanto bene al nostro popolo, assicurandogli la giusta difesa!
Però, detto tra noi, qualcuno continua a non capirlo e in strada sta succedendo qualcosa di strano e pericoloso.
Caserme e Commissariati attaccati, poliziotti bersagliati da bombe carta artigianali e molotov, i sabotaggi alla rete ferroviaria, attacchi politici indiscriminati verso le forze dell’ordine.
Se passa questa linea governativa, che auspico vivamente, secondo me arriveremo al punto di non ritorno in piazza. Il livello si sta elevando e le istituzioni forse non lo hanno compreso: gli errori su strada dei dirigenti di pubblica sicurezza sono stati gravi, si pensa alle carriere ma qui bisogna pensare al rispetto dell’ordine pubblico e alla salute e salvezza degli operatori. Quanto accaduto a San Lorenzo sabato scorso ne è la dimostrazione: forse dovevamo rimanere lì a prendere sassi e bomboni, per evitare di fare una figuraccia coi vertici che voglio evitare che passi il solito messaggio di repressione, violenze e abusi da parte nostra? Ma violenze di cosa?
Dai fatti di Pisa praticamente è stato idealmente tolto il “manganello” ai poliziotti, che se lo usano diventano fascisti. Doveva intervenire la nostra Amministrazione a mettere i puntini sulle “i”, doveva prendere una posizione chiara, ma così non è stato. Ed anzi il messaggio che è passato è che da lì in poi per noi sarebbe stato ancora più facile tornare a casa con le ossa rotte, diventando così oggetti del divertimento di quattro violenti organizzati. Con la scusa della Palestina, della libertà di fare quel che si vuole, del ddl Sicurezza, di Ramy, questi delinquenti riversano in piazza le loro ossessioni e vincono facile…. Davanti a loro noi poliziotti restiamo schierati per permettere a pochi illustri di fare carriera, diventando oggetto del Var del solito partito anti-polizia.
Le dichiarazioni dell’ex Capo della Polizia sul caso Ramy hanno alimentato ancora più dubbi sul nostro operato, quando l’esercizio dell’azione penale e di certa operatività per noi è obbligatoria. Il buon senso chiede di evitare danni peggiori e la magistratura sta lavorando alacremente per valutare ogni singola attimo di quell’evento, ma non si può condannare a priori. Ecco il pre-giudizio.
Sono anni che noi di Italia Celere urliamo la necessità di istituire un “reato di fuga” perché la quasi totalità delle morti in servizio avviene in quel momento. Ora invece è morto un fuggiasco e addirittura si chiede alle Forze dell’ordine di usare buon senso e non inseguire, tanto c’è la targa…. Ma quella motocicletta poteva essere rubata, non ancora denunciata perché il proprietario non se n’è accorto. E sapete cosa sarebbe successo? Che i carabinieri, presa la targa, sarebbero andati a casa del malcapitato derubato che si sarebbe beccato anche una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale a meno che non potesse dimostrare di non essere lui a bordo di quello scooter.
E la gente ci crede pure! Certo, non tutti grazie a Dio. Ci credono quelli che sono sensibili alla rivolta sociale, per dirla alla Landini, quelli che vogliono spaccare tutto, quelli stanno tentando di sovvertire l’ordine democratico. Naturalmente foraggiati e convinti che la loro azione sia necessaria e legittima dalla solita parte anti-polizia.
La sensazione è che si cerchi uno scontro duro. È che si cerchi il morto e allora forse tutto sarà risolto.
Gli interrogativi sono legittimi, ma quando vediamo che le stesse Istituzioni non prendono posizioni decisive allora noi operatori comprendiamo che qualcosa di serio sta succedendo. Negli anni si è data tutta la responsabilità alla magistratura, ma è pur vero che la magistratura ha seguito le leggi dello Stato e mai ha trovato una determinazione da parte delle Istituzioni che tramite la politica potevano cambiare certe norme. La colpa è di chi poteva ma non ha fatto nulla per rendere reato la fuga, per aggravare le pene per chi assalta un Commissariato, per garantire una minima tutela alle Forze dell’Ordine.
Insomma, sono interrogativi. Sono banali riflessioni. Ma secondo me finché non ci sarà il morto tra noi poliziotti tutto questo non si fermerà…. E a ben vedere non credo ci manchi tanto. A noi non interessa assolutamente la bandiera di partito, ma sembra proprio che per opporsi alle scelte di governo, mai come adesso vicino a noi e disposto a lavorare per il bene di tutti, qualcuno sia disposto a tutto.
Andrea Cecchini – Italia Celere
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