Politica

Come agisce il partito cospirazionista antioccidentale

I fatti di Israele hanno ridato vita a teorie che vanno contro il sistema delle democrazie occidentali

Prof Orsini Israele

Così come accaduto con l’inizio della guerra in Ucraina, dopo il proditorio e feroce attacco terroristico di Hamas ad Israele, riprende corpo anche in Italia il partito antioccidentale. Un partito trasversale che raccoglie un coacervo di teorie, a volte eufemisticamente strampalate, che tendono in modo univoco a far ricadere sul sistema delle democrazie occidentali, guidate col pugno di ferro dagli imperialisti americani, la responsabilità principale di quasi ogni sciagura causata dall’uomo.

In questo senso, al pari di ciò che in alcuni settori di questo filone “culturale” si disse a proposito degli attentati dell’11 settembre, anche oggi negli stessi ambienti spunta con una certa insistenza l’idea di un eccidio senza precedenti in qualche modo colpevolmente favorito dai vertici di Israele, così da avere il pretesto per risolvere definitivamente nel sangue, una volta per tutte, la questione palestinese.

Uno degli esponenti più ascoltati di questo filone cospirazionista e anti-occidentale è il professor Alessandro Orsini, direttore del Centro studi del terrorismo all’Università di Tor Vergata, il quale ha pubblicato questo, a mio avviso, delirante post su X e su Facebook: “Il governo Netanyahu è una delle dittature più brutali del mondo. Le dittature brutali causano sempre la rabbia degli oppressi che esplode periodicamente in forme estreme.”

Si tratta di una posizione tutt’altro che isolata sui social, come dimostrano anche gli interventi di tanti lettori del nostro sito, e che per l’appunto identifica nell’Occidente avanzato in generale il male assoluto. E dato che Israele, unico rappresentante in Medio Oriente del bistrattato modello occidentale, viene identificato come il braccio armato dell’imperialismo americano in quella nevralgica parte del mondo, per i cospirazionisti di tutte le risme esso è colpevole a prescindere.

D’altro canto è assai probabile che il medesimo sentimento antioccidentale, che appare ancora più diffuso e radicato nella cultura islamica, sia una delle cause principali che hanno impedito ai palestinesi moderati di raggiungere un accordo con lo stato ebraico, riconoscendone ufficialmente il diritto di esistere. Inoltre è doveroso ricordare che il giochetto, se così vogliamo definirlo, di strumentalizzare la causa palestinese – sacrosanta se svincolata dall’obiettivo di abbattere lo Stato ebraico – è stata usata in funzione anti-americana e anti-Nato per decenni dai comunisti italiani, che per decenni hanno fiancheggiato il Patto di Varsavia.

Infine, a beneficio di chi non riesce proprio ad apprezzare le nostre, seppur imperfette, democrazie, vorrei concludere questa breve pillola con una semplice constatazione: nelle nostre società è possibile esprimere tutte le opinioni, compresa quella che individua nell’Occidente il male assoluto, senza che vi sia alcuna conseguenza. Al contrario, nell’ambito delle nazioni in cui prevale la religione di Allah, non solo è quasi impossibile manifestare liberamente il proprio dissenso, ma in alcuni casi si viene abbattuti brutalmente se si violano alcune regole imposte dal loro credo religioso. Emblematica la tragica sorte toccata ad alcune donne iraniane, ree di non aver indossato nel modo corretto il velo.

Ebbene, vorrei sottolineare all’illustre Orsini che nei nostri regimi democratici, compreso quello israeliano, simili eccessi contro la dignità umana sono stati superati da qualche secolo. Sarebbe dunque il caso di aggiornarsi.

Claudio Romiti, 12 ottobre 2023

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