Esteri

Israele spegne Al Jazeera? L’Ue mise al bando i russi, ma tutti zitti

Netanyahu vuole oscurare il network arabo. È un errore. Ma l’Europa non può dare lezioni a nessuno

In tempo di guerra la prima vittima è la verità, la seconda la libertà di stampa e la terza la memoria. Ne è la dimostrazione plastica il caso Al Jazeera che, stando ai titoli odierni dei giornali, Israele vorrebbe mettere al bando.

In realtà lunedì la Knesset, il parlamento israeliano, ha approvato una legge che permette al governo di chiudere un’emittente straniera nel caso in cui questa venga considerata “un danno alla sicurezza dello Stato”. Che il principale indiziato sia Al Jazeera (che ha sede in Qatar) è cosa ovvia visto che Netanyahu l’ha definita “un canale del terrore”, anche se nel testo della norma non è indicata chiaramente. Per il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karh, il network altro non sarebbe che un “braccio di propaganda di Hamas” ed è “intollerabile che un media, con credenziali di stampa dell’ufficio stampa del governo e uffici in Israele, agisca dall’interno contro di noi in tempo di guerra”.

La legge prevede che con decreto il ministro delle Comunicazioni possa chiudere gli uffici israeliani di un emittente, confiscare le apparecchiature e mettere offline il sito internet. Il bando avrà durata di 45 giorni, rinnovabili per altri 45 giorni. Uno scandalo? Di certo è orribile l’idea che un governo possa chiudere a piacimento giornali o televisioni, tanto che anche gli Stati Uniti hanno reagito alla notizia definendola “profondamente preoccupante“. Piccolo problema: né gli Usa né chi oggi grida allo scandalo disse nulla quando l’Unione Europea (ripeto: l’Unione Europea) mise al bando d’imperio due network russi poco dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

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Se vi serve rinfrescare la memoria, cercate su google le notizie. Era il 4 marzo del 2022 quando il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, annunciava l’interdizione di Russia Today e Sputnik dall’Europa. Niente più televisione, satellite, streaming, app o siti internet. L’obiettivo era “vietare in tutta l’Ue che la macchina mediatica del Cremlino possa agire”. Divieti simili sono stati applicati anche da Youtube, Facebook e Tik Tok. Insomma: tutto oscurato in nome della sicurezza interna europea in tempi difficili, proprio come Israele si sta preparando a fare con Al Jazeera, con l’unica differenza che mentre Tel Aviv è davvero in guerra mentre l’Europa a suo tempo non lo era affatto.

La mossa di Netanyahu è sbagliata, perché poco democratica. Ma il punto è l’ipocrisia di chi oggi si finge scandalizzato: in Europa non siamo nella posizione per dare lezioni.

Giuseppe De Lorenzo, 2 aprile 2024

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