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John Law, il Sistema rivoluzionario del genio della finanza

Vita funambolesca e temeraria di un genio della finanza

Autore: John Law
Anno di pubblicazione: 2020

Ai funerali del Re Sole la polizia fu costretta a distribuire cipolle per far piangere la folla che assisteva indifferente alle esequie. Alla sua corte avevano infatti dilagato lo sfarzo e lo sperpero mentre la miseria si diffondeva. Scomparso Luigi XIV, lo Stato era alla bancarotta, il debito fuori controllo, il commercio quasi fermo e la povertà nelle campagne e nei sobborghi delle città era dilagante. Il duca d’Orleans, Reggente di Francia, dovette escogitare un modo per risanarne le finanze. E gli sembrò di averlo trovato quando s’imbatté in un affascinante scozzese, fuggito dall’Inghilterra a seguito di una condanna a morte. Si trattava di John Law, noto in tutta Europa come giocatore d’azzardo, esperto di calcolo delle probabilità e appassionato studioso di economia.

John Law, uomo del Settecento, è il protagonista di una vicenda esistenziale e storica degna dei più grandi personaggi letterari del ‘700 a lui contemporanei, ed è oggetto della biografia di Silvia Maria Busetti John Law. Vita funambolesca e temeraria di un genio della finanza (Liberilibri). Bisogna subito dire ciò che di assolutamente certo sappiamo su di lui ossia che fu una persona fuori dal comune: cambiò l’economia del mondo attraverso quello che vedremo essere il suo Sistema e attraverso la grande diffusione della moneta cartacea. Lo fece in nome del benessere, della prosperità generale e della sua ambizione. Fu audace e spericolato. Per raggiungere questo obiettivo rischiò tutto, e tutto perse.

Scozzese, figlio di un orafo, John Law mentre viveva a Londra l’esistenza brillante del giovane galantuomo uccise un suo pari in duello e dovette fuggire dal regno britannico per evitare la condanna a morte. Visse per anni da girovago guadagnandosi da vivere come giocatore d’azzardo di altissimo livello, frequentando e affascinando i circoli e le corti più in vista d’Europa. Parlava francese molto bene con solo una punta di accento inglese ed era da ogni punto di vista uno di quei personaggi seducenti e imprevedibili che dominarono la scena di quel periodo, seducendo e talvolta illudendo i contemporanei. Ma, a differenza di Casanova e di Cagliostro, Law fu un avventuriero sostanzialmente onesto. Quello che la maggior parte della gente che lo circondava ignorava dello scozzese erano i suoi incessanti studi di economia con cui si era convinto potesse cambiare le sorti della Francia.

Non si esattamente come, probabilmente al tavolo verde giocando a lanzichenecco o in un festino a casa della Fillon, una mezzana molto apprezzata, ma il Reggente di Francia, il duca d’Orleans, incontrò quello scozzese alto attraente e simpatico e ne rimase affascinato. Se davvero si convinse della bontà delle teorie di Law o se la situazione era così disperata da non lasciare altra via d’uscita, Law entrò nelle grazie del Reggente che decise così di dare corso alle politiche economiche che lo scozzese proponeva con il suo sistema.

Solo un uomo spregiudicato come il reggente avrebbe potuto lasciarsi affascinare dalla sua idea di saldare i pesanti debiti dello Stato introducendo la cartamoneta. Le monete correnti, d’oro o d’argento, non erano più sufficienti per il nuovo slancio dell’economia. Toccava allo Stato garantirne il valore ed essere pronto, al caso, a cambiare le banconote con oro o argento. Il folgorante successo dell’innovazione fece salire alle stelle il valore delle azioni, incrementando investimenti e speculazioni. La frenesia aveva contagiato ogni strato sociale. Tutti i grandi intellettuali dell’epoca si interrogarono sulla figura di Law. Voltaire ad esempio scriveva: “Sento parlare soltanto di milioni. Law è un dio, un furfante o un ciarlatano che avvelena se stesso con la droga che distribuisce a tutti?”. E Montesquieu, deplorando ciò a cui assisteva, diceva: “Ho visto una nazione pervertita in un istante, dall’ultimo al primo dei sudditi”.

Ovunque venivano costruiti fastosi palazzi. I contadini lasciavano la campagna per approfittare anche loro di quella pioggia di denaro. Soltanto Law sembrava non volerne trarre vantaggio e manteneva un tenore di vita discreto ma divenne, nel volgere di pochissimi anni, uno degli uomini più potenti di Francia, se non il più potente, e dominus assoluto dell’economia francese.

Il sistema di Law era incentrato su un vasto utilizzo della moneta fiduciaria che permetteva di alimentare in maniera estremamente significativa il credito che si poteva garantire e quindi la liquidità disponibile generando un favoloso volano per i consumi, ma anche, ovviamente, visto che nessun pasto è gratis, lo spettro più che concreto di bolle finanziarie e iper-inflazione. Come sottolinea l’autrice della biografia: “Mentre il popolo godeva del denaro intascato grazie alle speculazioni di borsa, convinto che Law potesse trasformare in oro tutto ciò che toccava, il Reggente non teneva sotto controllo gli stampatori della Zecca Reale”.

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Quando quello che veniva chiamato il Sistema di Law, sempre più osteggiato dai suoi nemici, crollò, per motivi più legati alla politica che non alle effettive falle del sistema, l’avventuriero dovette fuggire con ignominia dalla Francia. Dopo avere rifiutato le offerte dello zar, dell’imperatore e del re di Danimarca di divenire il loro, diremmo oggi, consigliere finanziario, riparò a Venezia dove visse della sua abilità nel gioco d’azzardo. Le spie, che lo seguivano nella speranza di scoprire dove avesse nascosto i suoi capitali, rimasero deluse. Law non si era arricchito e la modesta pensione elargita dal duca d’Orléans, che comunque gli era rimasto legato, arrivava spesso in ritardo.

La mente di chi ha perso una grande posizione torna sovente al momento della sua sconfitta. Montesquieu, che lo incontrò a Venezia, lo sentì rievocare la sua disfatta, ma non poté fare a meno di constatare il sostanziale disinteresse di Law, che doveva morire l’anno seguente. “È un uomo che sa ragionare… per il resto è più attaccato alle sue idee che al denaro”.

Genio o truffatore che fosse, giocatore d’azzardo o grande economista, il carattere e le avventure vissute rendono Law un personaggio indimenticabile, come affermò Voltaire: il Sistema fu quel prodigioso gioco della fortuna che uno straniero sconosciuto aveva fatto giocare a un’intera nazione.

Liberilibri, 15 agosto 2024

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