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La Canalis distrugge gli anti-polizia: “Gli agenti ci proteggono”

La showgirl si schiera con le Forze dell’ordine: “Se non ci fossero, non potremmo neanche più uscire di casa”

Elisabetta Canalis polizia © Instagram Elisabetta Canalis

A volte non servono neppure tante parole. Basta un po’ di buonsenso. E di logica. Ne ha da vendere Elisabetta Canalis che oggi ha riassunto in poche righe ciò che molti pensano e si è distinta dalla folla di chi ha colto l’occasione degli scontri di Pisa per dare addosso alla polizia. O, per parafrasare Silvia Noferi, consigliera M5S in Regione Toscana, per “sputare” in faccia agli uomini in divisa.

La showgirl sarda ha scelto Instagram per una breve riflessione che, a leggere i giornali e ad ascoltare le parole di molti esponenti politici, appare decisamente controcorrente: “Se non ci fosse la polizia, non potremmo neanche uscire di casa”. Chiaro. Semplice. Forse banale, se volete. Eppure vero. Così banalmente vero da sembrare assurdo ritrovarsi qui a ribadirlo. Canalis coglie l’occasione per avanzare la sua riflessione ascoltando le parole della consigliera grillina secondo cui gli agenti schierati dalla questura di Pisa la scorsa settimana si sarebbero meritati gli sputi e gli insulti dei ragazzi scesi in piazza per manifestare in favore della Palestina. “Ci sono uomini e donne – continua la showgirl – che rischiano la vita per noi tutti i giorni con uno stipendio non certo proporzionato ai rischi che corrono. Ce lo dimentichiamo spesso”.

E ci dimentichiamo anche che nessun “celerino”, che dismessa la divisa torna ad essere un padre, un marito o un fratello, si sveglia la mattina col desiderio di manganellare uno studente. E non va al lavoro nemmeno per sentirsi urlare “pezzo di m**”, “fai schifo” oppure “figlio di p***”. Lo fa per portare a casa la pagnotta, per garantire l’ordine pubblico senza il quale verrebbero messe a rischio anche le nostre libertà.

Applausi alla Canalis, dunque, anche per non essersi piegata alle opinioni molto più conformiste e mainstream dello showbiz planetario. Ma in fondo, già qualche anno fa, in tempo di Covid, Elisabetta aveva mostrato di non volersi omologare “alle follie del politically correct” regalandoci una lodevole riflessione sul politicamente corretto che condiziona gli artisti “per il terrore di essere bollati come misogini, omofobi e razzisti”. Chapeau.

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