Esteri

Lo scontro Musk-Cina

La Cina vieta la circolazione delle Tesla. Cosa sta succedendo al gioiello di Musk

Dopo il regime cinese, anche la Germania vorrebbe limitarne la circolazione

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Non è un periodo facile per Elon Musk e la sua Tesla. Dopo l’ammissione dello stesso fondatore sulla perdita di miliardi di dollari negli Stati Uniti, cercando di porre ai ripari con un taglio del 10 per cento dei dipendenti, non corrono buone notizie neanche da Germania e Cina.

Problemi di privacy e sicurezza pubblica

Le due potenze, infatti, l’una motore europeo e l’altra asiatico, hanno deciso di limitare la circolazione delle macchine Tesla, a causa delle sue telecamere che potrebbero violare la privacy e la sicurezza pubblica. Stiamo parlando della “modalità sentinella” (Sentry Mode), funzione che garantisce una protezione del veicolo, quando è lasciato incustodito oppure parcheggiato in luoghi chiusi. Tale modalità permette di visualizzare chi si avvicina all’automobile, consentendo un controllo da remoto da parte del proprietario. Anzi, in caso di minaccia rilevata, ecco che la Tesla attiverà automaticamente l’allarme, notificando il pericolo al titolare stesso.

Sotto questo profilo, la polizia di Berlino vorrebbe vietare la circolazione delle autovetture in questione nelle zone limitrofe a quartier generali, territori militari e stazioni delle forze dell’ordine. Mentre, in Cina, la situazione è già più concreta: il regime comunista, infatti, ha proibito per almeno due mesi l’uso delle Tesla, divieto che comincerà a decorrere da inizio luglio. L’unica soluzione per una libera circolazione è la disattivazione della modalità sentinella.

Divieto di parcheggio

L’attuazione di questa rigida politica cinese trova il suo fondamento nel vertice estivo dei membri più alti del Partito Comunista del Paese. Si tratta del ventiquattresimo Congresso di Beidaihe, località a pochi chilometri dalla capitale Pechino, e che porterà il presidente Xi Jinping a ridiscutere l’operato dei politici che ricoprono le cariche governative più importanti, tra cui il Comitato Permanente del Politburo, la cui ultima rielezione, però, risale al 2012, ed il Comitato Centrale del partito, nominato per l’ultima volta nel 2017, con mandato a scadenza quinquennale.

L’obiettivo è quello di azzerare la circolazione nelle zone circostanti al vertice dirigenziale, oltre ad un divieto – già posto – di parcheggiare le Tesla fuori dalle base militari, proprio per non permettere la dispersione di elementi sensibili.

Ormai da molti anni, non scorre buon sangue tra Pechino e Musk. La Cina, infatti, è preoccupata dai legami instaurati tra il progetto di costellazione satellitare Starlink ed il Pentagono. Non è un caso, infatti, il tentativo di Pechino di ostacolare tale rapporto, proprio per il rischio di fornire nuove risorse militari non solo agli Stati Uniti, ma soprattutto a Taiwan.

Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, Musk mise a disposizione la propria rete di satelliti, nel momento in cui le comunicazioni furono messe fuori uso dai russi. E non è infondato che questo sostegno tecnologico possa essere compiuto anche a favore dell’Isola di Formosa, nell’eventuale – e fortemente probabile – aggressione della dittatura comunista, programmata per i prossimi anni.

Matteo Milanesi, 25 giugno 2022

 

 

 

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