Politica

La crociata del Pd: cambiare nome alla Camera

Avete presente la Camera dei Deputati, uno dei templi della democrazia italiana? Ebbene, da oggi non si chiamerà più Camera dei Deputati, ma si chiamerà Camera dei Deputat*, con l’asterisco finale, oppure Camera dei Deputat3, con la schwa finale.

Penserete che sono impazzito, in realtà no. Il Partito Democratico tra le sue priorità decide di presentare un emendamento alla Camera in cui propone di cambiare il nome di Montecitorio in Camera dei Deputati e Camera delle Deputate, il nome dell’inclusività, il nome del politicamente corretto. A questo punto, se proprio dobbiamo essere inclusivi, se proprio dobbiamo essere politicamente corretti, tanto vale che chiamiamo la Camera dei Deputat* con l’asterisco o con la schwa.

Battute a parte, il punto è abbastanza serio: come si può pensare che il tema del riconoscimento del ruolo delle donne possa passare da battaglie di carattere terminologico che nulla hanno a che fare con una tematica importante come quella dei diritti delle donne? Anzi, sono battaglie che sviliscono questo tema, lo rendono un qualcosa di macchiettistico. E lo fanno portando avanti quella visione, tanto diffusa negli Stati Uniti, in particolare nell’area libera con la cosiddetta cultura woke, che nasce dalla cancel culture, che nasce dal politicamente corretto, e che si vuole importare in salsa tricolore con dei risultati che sono francamente ridicoli.

Risultati che rischiano poi di svilire anche il ruolo delle istituzioni, perché nella Camera dei Deputati sono presenti da decenni fortunatamente tanti deputati donne che svolgono il meglio il loro ruolo e le loro funzioni. Il fatto che la Camera si chiami Camera dei Deputati maschile non significa che venga svilito il ruolo delle donne. Ma in tempi politicamente corretto evidentemente il Partito Democratico questo non l’ha capito.

Francesco Giubilei, 6 febbraio 2024

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