L'inattuale

La democrazia percepita come truffa

Le manifestazioni di potenza del nuovo Trump sono il segnale di una nuova consapevolezza dei popoli riguardo il potere di rappresentanza

Trump © svetlanafoote e mvp64 tramite Canva.com

Tra le ideologie più affascinanti prodotte dall’ingegno umano c’è senz’altro la democrazia. In uno dei suoi libri forse più significativi, Luciano Canfora tratteggia quella che secondo il suo giudizio può ritenersi solo una delle tante ideologie che hanno attraversato la storia umana, e che come tale sia destinata al tramonto. Forse quel tempo non è poi così lontano. Le manifestazioni di potenza del nuovo Trump in quella che un tempo era considerata la nazione in cui la democrazia nella sua accezione più profonda risplendeva, sono il segnale di una nuova consapevolezza dei popoli riguardo il potere di rappresentanza politica.

Esso deve essere totale e totalizzante, non più ostacolato da pesi e contrappesi secondo il secolare sistema di check and balance tipico dei paesi anglosassoni. L’espressione del volere popolare sostituisce i corpi intermedi e l’eletto dalle masse deve agire da solo, attraverso un potere non più mediato e, al contempo, fortemente mediatico così da dimostrare alle moltitudini scalpitanti che i loro desideri prendono forma.

Da qui le innumerevoli foto, post, tweet, video realizzati dagli elementi più “mediatizzati” dell’amministrazione americana come Kristi Noem, la cui crociata per la sicurezza assume toni talmente esasperati da far ricordare quel fanatismo puritano da cui una larga parte degli Usa ha tratto origine. Un nuovo “cesarismo” si profila nel paese delle libertà, intendendo con tale termine la compresenza di un leader forte dai poteri quasi illimitati ma ottenuti direttamente dalla volontà popolare. La democrazia in senso classico viene percepita come una truffa, un inganno da cui guardarsi. Solo il leader può venire incontro ai desideri delle masse oppresse. Un modello pericolosamente vicino all’oriente dove da tempo la politica ha smesso di interessare le sconfinate cittadinanze di quei paesi così economicamente avanzati.

In Europa questa tendenza non è ancora così manifesta, complice la dura esperienza delle dittature ma il germoglio ha già piantato radici come dimostra la recente esperienza del populismo ed il ritorno ad un certo fascino dell’autoritarismo. Forse la democrazia non è niente più che un’esigenza mentale che ormai si è fatta meno utile, meno affascinante, meno capace di rispondere ai voleri dei popoli oppressi dal Debito e dai debiti. A trionfare è, come sostiene Canfora, la libertà. Libertà di scelta e di espressione in questo caso, lo dimostrano le virate dei grandi padroni dei social, passati da campioni di censura a campioni di free-speech incontrollato.

Però, insegnano alcuni grandi pensatori liberali come Tocqueville, libertà e democrazia non sono sinonimi né abbisognano l’una dell’altra. Teniamolo a mente per gli anni a venire.

Francesco Teodori, 20 aprile 2025

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